Roma, inventa un sequestro della Finanza per non pagare l'affitto

Domenica 26 Marzo 2017 di Michela Allegri
Roma, inventa un sequestro della Finanza per non pagare l'affitto
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Per evitare di pagare tre mesi d'affitto, ha architettato un piano degno delle migliori sceneggiature cinematografiche: ha raccontato alla proprietaria dell'appartemento in cui risiede di aver subìto un accertamento da parte della Guardia di finanza. Ha detto che i militari, per verificare la regolarità di una serie di movimentazioni bancarie, avevano congelato temporaneamente i suoi beni e conti correnti. O meglio: è il sospetto della Procura, che ha iscritto sul registro degli indagati per falso un commercialista romano. Il pm Pierfilippo Laviani, titolare del fascicolo, ha anche delegato i finanzieri - quelli veri - a perquisire l'abitazione dell'indagato, per cercare «strumenti idonei alla contraffazione», si legge negli atti dei magistrati. A incastrare il commercialista, per gli inquirenti, un verbale di perquisizione "taroccato", consegnato alla padrona di casa . E' stata la donna a sporgere denuncia, insospettita dall'atteggiamento evasivo dell'inquilino moroso.

La segnalazione della donna risale a gennaio. Ha raccontato che il commercialista, giustificandosi per il mancato pagamento di tre mensilità d'affitto, le ha rilasciato un verbale di verifica della Guardia di finanza. «Sosteneva di essere caduto in disgrazia economica in seguito al controllo - ha dichiarato la proprietaria - perchè i militari avevano eseguito un sequestro preventivo dei suoi beni mobiliari». Dagli accertamenti degli inquirenti, è emerso che il documento in questione era fasullo. Era stato redatto con dovizia di dettagli, a partire dallo stemma della Finanza apposto in intestazione. Un simbolo che, a detta delgi inquirenti, sarebbe palesemente contraffatto. Datato 23 ottobre 2015, riportava la firma di due milirati che, in realtà, sarebbero inesistenti.

«I sottoscritti verbalizzanti si recavano nello studio del professionista dopo aver effettuato indagini di reperimento dei dati patrimoniali - si legge nel documento -  tutta la documentazione reperita negli uffici è stata sigillata dovendo l'ispezione durare per circa nove giorni lavorativi». L'indagato ha consegnato alla proprietaria anche il verbale conclusivo dove, a suo dire, gli operanti si sarebbero quasi prodigati in complimenti nei suoi confronti, denotando «una linea di gestione fiscale e finanziaria in linea con le procedure di legge, assolutamente coerente con i parametri fiscali, con un rispetto completo delle regole e delle procedure di gestione dell'attività in materia di tassazione e un'attenzione davvero accuratissima nella compilazione delle denunzie dei redditi e delle dichiarazioni di reperimento degli incarichi professionali e delle spese di gesione». Non è tutto. Per rendere la presunta mesinscena più veritiera, il commercialista ha anche elencato le sue proprietà: un'Audi, immobili, una collezione di opere d'arte contemporanea, dipinti della Scuola romana e toscana dei primi del Novecento, tre opere del Canaletto, tutte regolamente registrate e catalogate. Ora, i magistrati dovranno stabilire se l'indagato si sia inventato ogni cosa, o se invece sia stato davvero raggirato da due falsi finanzieri.

 
Ultimo aggiornamento: 17:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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