Roma, espulso fruttivendolo egiziano: per il figlio voleva un futuro da capo della jihad

Martedì 18 Aprile 2017
Roma, espulso fruttivendolo egiziano: per il figlio voleva un futuro da capo della jihad
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Un egiziano di 42 anni sospettato di essersi avvicinato ad ambienti islamici radicali è stato espulso dalla polizia nei giorni scorsi e messo su un aereo che lo ha riportato al Cairo. Il provedimento è stato disposto dal ministro dell’Interno e tratta della 166esima espulsione effettuata dal gennaio 2015.

L'uomo, residente a Roma e titolare di regolare permesso di soggiorno, di professione commerciante ortofrutticolo, pregiudicato per reati contro il patrimonio, era da tempo sotto attenzione da parte della Digos della Questura di Roma. Da risultanze investigative è emerso che l’uomo stava vivendo un periodo di totale cambiamento comportamentale. Su facebook aveva attestato la sua posizione integralista, nettamente ostile nei confronti dei “miscredenti cristiani”.

Subito dopo l’attentato di Parigi del 13 novembre 2015, l’uomo non solo avrebbe giustificato i fatti terroristici, ma avrebbe condannato coloro che avevano espresso solidarietà e cordoglio nei confronti della Francia. Lo stesso inoltre, nell’occasione della nascita di uno dei figli, avrebbe auspicato che il bambino, una volta cresciuto, potesse diventare uno dei futuri comandanti dello “jihad”. Alla luce delle indagini, l’egiziano è stato accompagnato presso l’Ufficio Immigrazione della Questura di Roma, dove gli è stato notificato il provvedimento di espulsione, con conseguenziale revoca e ritiro del permesso di soggiorno in suo possesso.

Nella serata del 14 aprile - dopo la convalida del competente Giudice di Pace - l’interessato è stato accompagnato dal personale dell’Ufficio Immigrazione presso l’aeroporto di Fiumicino, da dove è partito con volo per il Cairo alle ore 22.
Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 10:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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