L'anniversario della strage del rapido 904: Riina era l'unico imputato

Sabato 23 Dicembre 2017
Una foto d'archivio della foto del treno dopo l'esplosione
San Benedetto Val di Sambro, sull'Appennino bolognese, ha commemorato oggi con una cerimonia il 33/o anniversario della strage del Rapido 904. Alle 19.08 di domenica 23 dicembre 1984 un ordigno sistemato nella nona carrozza del treno esplose con una carica radiocomandata, mentre percorreva i 18 km della galleria Direttissima, tra le stazioni di Vernio (Prato) e San Benedetto.

Luoghi non distanti da quelli dell'attentato al treno Italicus, il 4 agosto di dieci anni prima, che fece 12 morti e 48 feriti. La bomba sul 904 provocò 16 morti e 267 feriti: il treno era partito alle 12.55 dal binario 11 di Napoli Centrale diretto a Milano, carico di persone in viaggio per le feste natalizie. I soccorsi furono difficili, con il convoglio fermo dentro al tunnel e i collegamenti radio in tilt. Il boss Totò Riina, morto poco più di un mese fa a Parma, era l'unico imputato a Firenze al processo d'appello sulla strage, con l'accusa di esserne mandante.

In primo grado Riina era stato assolto e il processo di appello era ricominciato a settembre scorso, perché il giudice che presiedeva il collegio era andato in pensione poco prima dell'udienza decisiva per la sentenza.
Con la morte del capo dei capi, la storia di quella strage si è definiitvamente chiusa senza nessun colpevole.


 
Ultimo aggiornamento: 24 Dicembre, 12:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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