Napoli, esami truccati al concorso della Finanza: licenziati due marescialli

Mercoledì 3 Maggio 2017 di Viviana Lanza
Napoli, esami truccati al concorso della Finanza: licenziati due marescialli
Vantare conoscenze nelle commissioni esaminatrici promettendo, in cambio di soldi, aiuti per superare il concorso per entrare nella Guardia di finanza non può essere solo millantato credito ma corruzione. E alla condanna penale va aggiunta la pena accessoria del licenziamento. È questa, in sintesi, la decisione del giudice Tommaso Perrella a conclusione del processo su un caso di mazzette e concorsi che vede tra gli imputati condannati presunti corrotti e corruttori.

Sì, perché la sentenza è stata di condanna per i due finanzieri accusati di aver intascato la mazzetta e per un padre e la figlia candidata al concorso da aspirante finanziere che quei soldi li avrebbero pagati. Il caso risale al dicembre 2015 con la svolta dell'inchiesta coordinata dai pm Giancarlo Novelli e Valter Brunetti del pool guidato dal procuratore aggiunto Alfonso D'Avino. Le accuse ruotavano attorno ai 50mila euro, in contanti e versati in più tranche, che un maresciallo in pensione avrebbe consegnato a due marescialli della Guardia di finanza per assicurarsi l'ammissione della figlia al corso per allievi sottufficiali nell'anno accademico 2015/2016. Tentativo che poi fallì, perché la ragazza non superò le prove orali, e i soldi furono in parte rimborsati.


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Ultimo aggiornamento: 20:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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