Morbillo, due morti in Sicilia. Il ministro Grillo: «L'obbligo non basta»

Venerdì 28 Settembre 2018 di Valentina Arcovio
Morbillo, due morti in Sicilia. Il ministro Grillo: «L'obbligo non basta»
Il morbillo ha ucciso altre due persone, portando a sei il bilancio totale delle vittime in Italia. I nuovi decessi segnalati riguardano due persone adulte e non vaccinate: una di 29 anni e un'altra di 51 anni, entrambi morti in Sicilia nei mesi di aprile e maggio, nel picco di massima incidenza. Le vittime erano, al momento dell'infezione, affette già da altre malattie che ne hanno compromesso il sistema immunitario. «In tutti i casi, la causa del decesso è stata una grave insufficienza respiratoria e/o arresto cardio circolatorio», scrivono gli esperti dell'Istituto superiore di sanità (Iss). Ma prima di essere segnalati sono stati fatti tutti gli accertamenti che hanno confermato il morbillo come causa del decesso.

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I NUMERI
La Sicilia è una delle regioni più colpite dal morbillo con ben 1.116 casi dal primo gennaio al 31 agosto di quest'anno. L'incidenza nella regione è pari a 333 casi per milione di abitanti. Nello stesso periodo in Italia sono stati segnalati un totale di 2.248 casi. Il picco epidemico è stato registrato nei mesi di aprile e maggio, quando sono stati infatti segnalati più di 400 casi per mese. Dal bollettino dell'Iss, emerge anche che l'età media dei casi sia pari a 25 anni.

Tuttavia, circa un quinto (429) sono stati segnalati in bambini di età inferiore a 5 anni, di cui 138 avevano meno di 1 anno di età. Il 91,1 per cento dei casi totali non era vaccinato al momento del contagio e il 5,5 per cento aveva effettuato una sola dose di vaccino. La metà dei casi ha sviluppato almeno una complicanza e quasi il 60% è stato ricoverato. «Questi dati - dichiara l'Iss - ribadiscono l'importanza della vaccinazione come misura di prevenzione in generale e, in particolare, nei bambini e nei giovani adulti. Infatti, in Italia, il morbillo ha ancora un impatto di salute elevato in termini di complicanze e decessi».

Secondo il ministro della Salute Giulia Grillo, la maggior incidenza dei casi in adulti non vaccinati, confermata da questi due ulteriori casi di morte per morbillo, dimostrerebbero che l'obbligo vaccinale da solo non basta. Pur avendo annunciato qualche giorno di voler lasciare intatto l'obbligo per il vaccino contro il morbillo, e non invece quello per il vaccino esavalente come previsto dal decreto Lorenzin, il ministro intende prendere ulteriori provvedimenti per fermare il morbillo. L'epidemia «in corso nel nostro Paese dimostra come obbligare alle vaccinazioni può essere necessario, ma non è sufficiente a fini di prevenzione», dice. «L'aumento di coperture che l'obbligo ha prodotto nelle generazioni dei nuovi nati non ha interrotto la diffusione della malattia» sottolinea il ministro, spiegando che «l'eliminazione del morbillo richiede l'attuazione di un complesso di interventi, descritti in un Piano già disponibile e che è stato tuttavia colpevolmente dimenticato dal 2011, oltreché non finanziato».

IL FINE
Il piano a cui fa riferimento Grillo prevede ulteriori misure. «Per interrompere l'epidemia occorre, per esempio, promuovere la vaccinazione tra gli operatori sanitari per garantire le occasioni di contatto con i servizi sanitari - spiega - e occorre potenziare molto la comunicazione sociale. Ecco perché intendo aggiornare rapidamente il Piano Morbillo e proporre al Governo e alle Regioni di assumersi impegni concreti, trasformando le raccomandazioni del Piano in azioni finanziate e verificabili». In questo senso, «è apprezzabile l'iniziativa parlamentare - continua il ministro Grillo - che mira a completare la normativa vigente. Auspico che siano previste iniziative concrete: potenziare i servizi vaccinali, rendere operativa l'anagrafe nazionale, monitorare le coperture e gli eventi avversi e finanziare adeguatamente la spesa».

Ribadisce la necessità di ulteriore misure per contrastare l'epidemia di morbillo anche l'Iss, che chiede iniziative supplementari rivolte alle popolazioni suscettibili sopra i 2 anni d'età (adolescenti, giovani adulti, soggetti a rischio) e aumentare anche la consapevolezza dell'importanza della vaccinazione anche tra gli operatori sanitari tra i quali si registra ancora un numero elevato di casi (334 nel 2017 e 98 nel 2018).
Ultimo aggiornamento: 19:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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