Appalti Expo, Sala in prefettura per autosospendersi da sindaco

Venerdì 16 Dicembre 2016
Appalti Expo, Sala in prefettura per autosospendersi da sindaco
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Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, poco dopo le 11.30 è arrivato alla Prefettura di Milano, per comunicare formalmente al Prefetto, Alessandro Marangoni, la sua decisione di autosospendersi dall'incarico. Sala è giunto in auto accompagnato dal suo portavoce, Stefano Gallizzi, e all'entrata non ha rilasciato dichiarazioni alle decine di giornalisti in attesa. Mezz'ora di colloquio con il prefetto della città, Alessandro Marangoni. Il primo cittadino ha poi lasciato ed è andato via senza rilasciare dichiarazioni.

La lettera. La notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati per l'inchiesta sulla piastra Expo è per il sindaco Giuseppe Sala «un ostacolo temporaneo a svolgere le funzioni», quindi la decisione di autosospendersi. «Sarò sostituito nell'esercizio di dette funzioni rispettivamente dalle vicesindaco Anna Scavuzzo e Arianna Censi». È quanto si legge nel testo di un lettera che il primo cittadino ha inviato oggi a Censi e Scavuzzo e al presidente del consiglio comunale Lamberto Bertolè. Sala specifica di non aver ricevuto «alcuna comunicazione ufficiale» e di aver «appreso da fonti giornalistiche di essere indagato». «La mia assenza è motivata dalla personale necessità di conoscere, innanzitutto, le vicende e i fatti contestati; pertanto, fino al momento in cui mi sarà chiarito il quadro accusatorio, ritengo di non poter esercitare i miei compiti istituzionali», conclude la lettera il sindaco Sala. 

Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici in continuazione tra loro. Questi i reati ipotizzati dal sostituto procuratore generale Felice Isnardi a carico del sindaco Giuseppe Sala e ritenuti commessi il 30 maggio 2012 in qualità di commissario straordinario di Expo. Il riferimento è al giorno in cui, secondo quanto ricostruito dalla guardia di finanza attraverso alcune intercettazioni, avrebbe deciso di sostituire un componente della commissione aggiudicatrice dell'appalto sulla Piastra a causa di un potenziale profilo di incompatibilità, retrodatando poi il provvedimento di annullamento della nomina al 17 maggio. Il tutto, ipotizzano gli investigatori, per abbreviare la tempistica di assegnazione dell'appalto e non mettere a repentaglio l'intera manifestazione.

Due «verbali» relativi alla «sostituzione» di due componenti della commissione giudicatrice della gara per l'appalto della 'Piastra dei servizì riporterebbero «circostanze non rispondenti alla realtà» e, in particolare, sarebbero stati retrodatati con «l'intento di evitare di dover annullare la procedura fin lì svolta» anche per il «ritardo» sui «cronoprogrammi» dell'Expo. Lo scrive la Gdf di Milano in un'informativa del maggio 2013 agli atti anche della 'vecchia' inchiesta dei pm poi avocata dalla Procura Generale che ha indagato Beppe Sala.

Le reazioni. Un'informazione di garanzia «non è una condanna, io non faccio il giudice e non condanno le persone, ma ho il dubbio che qualche problema in procura a Milano ci sia e che Sala sia stato tutelato e protetto» fino ad oggi.

Lo ha detto il segretario della Lega Matteo Salvini improvvisando una conferenza stampa davanti a Palazzo Marino per commentare l'inchiesta. Oltretutto, ha aggiunto, «aspettiamo ancora i bilanci di Expo».

«Se sul piano etico può essere apprezzabile la decisione del sindaco di Milano di autosospendersi, politicamente e sul piano amministrativo si apre una questione seria: la seconda città d'Italia non può restare nel limbo a tempo indeterminato. Un avviso di garanzia è solo l'inizio di un'indagine giudiziaria e nessuno può conoscere gli sviluppi e la loro tempistica. Ci potrà essere una richiesta di archiviazione o di rinvio a giudizio ma non se ne conoscono i tempi. L'autosospensione, che non è prevista dal nostro ordinamento e sulla quale il Prefetto di Milano non potrebbe intervenire, lascia la città paralizzata e spero che anche Sala se ne renda conto. Delle due l'una, o il sindaco resta in carica ritenendo di poter chiarire la sua posizione oppure si dimette. Non possono essere i cittadini di Milano a pagare le conseguenze». Lo dichiara il senatore di Forza Italia, Renato Schifani, ex presidente del Senato.

«Rispetto a questo atteggiamento irresponsabile da parte del sindaco di Milano di essersi autosospeso con un istituto che non esiste nel nostro ordinamento, penso che sia ancora più grave il fatto che il Pd lo stia sostenendo in una decisione che è assolutamente contro le nostre istituzioni. I milanesi hanno votato Sala come sindaco e Sala deve fare il sindaco, andasse a lavorare». Lo ha detto il consigliere comunale ed ex candidato sindaco  Stefano Parisi.

 

Ultimo aggiornamento: 17 Dicembre, 09:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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