«I cadaveri nel Mediterraneo sono uno schiaffo alle democrazie europee». Il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, affronta il dramma dei migranti, dicendo no ai centri sulle navi. «L'hotspot - afferma Galantino in un'intervista a "Repubblica" - è una riedizione in brutta copia dei luoghi di trattenimento di persone. Le Organizzazioni internazionali a tutela dei diritti umani, come anche la Fondazione Migrantes e la Caritas Italiana, hanno già ricordato che i migranti salvati in mare hanno il diritto, sulla base di una storia personale e non di una lista di cosiddetti paesi sicuri, di presentare domanda di asilo e al ricorso se una domanda non venisse accolta. Sulle navi questo percorso di protezione internazionale non è possibile».
Altrettanto, osserva il presule, «non è pensabile l'utilizzo di navi destinate al soccorso per fare stazionare nel Mediterraneo migliaia di persone in attesa di una non precisata destinazione. A meno che le si voglia riportare nei porti della Libia e dell'Egitto, condannandole a nuove forme di sfruttamento». Dice Galantino che «l'accoglienza dei richiedenti asilo deve essere strutturata in tutti i 28 Paesi europei. Non si possono infatti salvare le persone e poi non offrirgli una possibilità di futuro. Una seconda azione concreta rimane quella di organizzare 'corridoi umanitarì».
Ultimo aggiornamento: 16:46
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