Marra, M5S sotto choc. Grillo asserragliato in hotel

Venerdì 16 Dicembre 2016 di Stefania Piras
Grillo
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Paralisi nel Movimento 5 stelle. La prima reazione a caldo dell'arresto del fedelissimo di Virginia Raggi Raffaele Marra è l'annullamento del flash mob previsto oggi a Siena: «Cancellate tutto» (poi verrà confermato ma senza la presenza dei parlamentari). Grillo riceve la notizia intorno alle otto del mattino e da quel momento decide di rimanere asserragliato dentro all'hotel Forum e per la prima volta sceglie la linea dell'opportunità politica: niente piazze.

Troppo forte il timore di trovarsi davanti alle telecamere a dover spiegare quelli che sono «problemi del Campidoglio», definizione gelida giá usata per le dimissioni dell'assessore all'ambiente Paola Muraro. In pubblico i vertici si sono mostrati distaccati, in privato hanno tentato, anche l'altra sera durante la cena raccontata oggi sul Messaggero, di decifrare l'andamento dell'amministrazione Raggi. Stamattina lo scossone è arrivato potente. Grillo è descritto come frastornato e incedulo. «Su Marra te lo avevo detto ora rimedia», avrebbe detto alla Raggi durante una telefonata nella quale i due hanno affrontato il caso.

Si era fidato di Raggi, l'aveva protetta nella sua autonomia esercitata proprio nello spoil system e nella scelta delle figure chiave. Le chat dei parlamentari sono letteralmente infuocate. Piovono strali sulla strategia della comunicazione nazionale che per mesi ha derubricato le vicende della magistratura in Campidoglio come «atto dovuto». Ma stavolta è diverso. I parlamentari sono furiosi e nelle prossime ore lancerano il tema se sia giusto oppure no condividere ancora il simbolo M5S con Raggi.

«Lombardi-Raggi, uno a zero» commenta un deputato che ricorda come la parlamentare romana Roberta Lombardi arrivó per prima alla rottura con la sindaca a causa proprio di Marra. Le era stato risposto via blog «Nessuno tocchi Virginia». Ora quello stesso blog come affronterà l'arresto di Marra?

«È un disastro annunciato», dicono dal quartier generale della Casaleggio Associati. «Ma non sono vicende riconducibili a noi», prova a ragionare un altro fedelissimo. «Cosa deve succedere ancora?», commentano i realisti.

Luigi Di Maio prova a sorvolare con scarsi risultati. È lui il primo ad affacciarsi sui social con un lungo post dedicato alle forme di stoccaggio delle energie rinnovabili. Tema che fa strabuzzare gli occhi a molti seguaci che chiedono: «Luigi ma a Roma che dobbiamo fare?».

Ma mentre Di Maio ignora la notizia, Roberto Fico che per mesi si è sorbito le preoccupazioni di parlamentari e attivisti sul caso Marra, decide di affrontare la questione subito radunando i colleghi per decidere il da farsi:
«Certo é pesante, fortunatamente ci sono indagini in corso, è una casa grave, gravissima». La tensione é palpabile e i parlamentari M5S faranno di tutto per scindere una volta per tutte il capitolo Raggi dalla storia del Movimento.

Il senatore calabrese Nicola Morra si scalda persino quando tra i cronisti le vocali dei cognomi (Marra/Morra) creano l'imbarazzo istantaneo:
«Sono Morra, Marra lo dice a qualcun altro». Ma al di là di questo, Morra ci tiene a far passare un altro messaggio, quello dell'intransigenza: «Si parte dal presupposto che se vuoi essere severo con gli altri devi essere inflessibile con te stesso».

Intanto è caos nella maggioranza M5S capitolina non c'è al momento una linea condivisa.
«Oggi per il quarto giorno consecutivo proseguono i lavori in aula. Chi abbia voglia di conoscere il lavoro fatto (e che é in corso) può leggere il seguente post». Questo l'esordio e il finale del post su facebook del consigliere comunale M5S Angelo Diario, vicino a Virginia Raggi. Un messaggio chiaro: l'amministrazione va avanti.

Scelta che però si configura come benzina gettata su un incendio che divampa mentre due esponenti di peso del Campidoglio: Marcello De Vito, presidente dell'Assemblea capitolina e Paolo Ferrara, capogruppo di maggioranza cadono in contraddizione. Il primo è per la linea dura:
«Ribadiamo la nostra fiducia nella magistratura. Se abbiamo trovato già un sostituto? Ovviamente no per il momento, quella del capo del personale è una figura importante, ma ci sono tante figure possibili».

Ferrara sposa la linea morbida che vedrebbe Marra non come il braccio destro di Raggi ma come un tecnico tutto sommato sostituibile:
«Aspettiamo il lavoro della magistratura. Il problema non c'è, Marra non è un politico, è un esponente tecnico, lo sostituiremo come è giusto che sia».

Fu Beppe Grillo per primo a chiedersi se Marra fosse un tecnico o un politico di peso in grado di influenzare la linea della giunta Raggi. La risposta, rassicurante e positiva, gli arrivò dai consiglieri di maggioranza a cui telefonò appositamente. La fiducia in Raggi viene meno anche sui social, basta leggere i commenti sotto choc degli attivisti pentastellati romani. Uno su tutti, quello di Francesca De Vito, sorella del presidente dell'assemblea capitolina, quel Marcello De Vito che ora in molti rimpiango come mancato primo cittadino.
«Cronaca di una morte annunciata», scrive la De Vito che non prevede conseguenze soft: «E adesso muoia Sansone con tutti i filistei». L'unico a difendere la sindaca per ora è il suo ex marito, Andrea Severini che su facebook scrive: «Calma e sangue freddo. Lui è il capo del personale, non c'entra nulla con la Giunta e il Movimento».

Su Facebook Roberta Lombardi, tra le più dure "avversarie" di Marra deltro ai 5 stelle, cita Martin Luther King: «La vigliaccheria chiede: è sicuro? L'opportunità chiede: è conveniente? La vanagloria chiede: è popolare? Ma la coscienza chiede: è giusto? Prima o poi arriva l'ora in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare; ma bisogna prenderla, perché è giusta». 

Ultimo aggiornamento: 17 Dicembre, 09:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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