Manovra, accordo informale con l'Ue: ma il testo tarda ancora

Martedì 18 Dicembre 2018
Manovra, accordo informale con l'Ue: ma il testo tarda ancora
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Accordo fatto, almeno informalmente, tra Roma e Bruxelles con conseguenti - attese - ricadute anche e soprattutto sui tempi di approvazione della manovra. La bollinatura europea, attesa ufficialmente per domani - salvo sorprese che riguardano la trattativa tra falchi e colombe tutta interna alla Commissione Ue - apre infatti le porte del Senato al maxiemendamento del governo che un'estenuante melina politica ha bloccato nelle stanze di Palazzo Chigi con continue staffette verso via XX settembre.

Evitata, almeno per il momento, la procedura di infrazione - che più fonti davano comunque come possibile solo a gennaio - ora le lancette dell'orologio per la legge di Bilancio possono riprendere a camminare. Anche se è improbabile, visti i ritardi accumulati, evitare una maratona prenatalizia di voti e fiducie.

Ancora oggi, del resto, la commissione Bilancio del Senato si è aperta e si è chiusa ancora prima di poter esprimere il suo primo voto rinviando tutto alla Capigruppo di Palazzo Madama che a sua volta ha stabilito un nuovo rinvio per l'Aula (giovedì alle 17) e rimandando anche la seduta serale a domani pomeriggio.

Nel frattempo il premier Conte smina le polemiche delle opposizioni che avevano minacciato di occupare l'Aula in
mancanza di chiarimenti annunciando per domani alle 12 una informativa sulla trattativa europea e sulla manovra in
generale. 

«In queste ultime ore vedo dichiarazioni tranquille, dall'una e dall'altra parte, che vanno nella direzione di un accordo. Noi un accordo lo vogliamo trovare, ma per mantenere le promesse fatte agli italiani non per tradirle». Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio. «Sono molto fiducioso: questa manovra la porteremo a casa, con i provvedimenti che ci abbiamo messo dentro e senza procedura di infrazione», ha aggiunto il ministro del Lavoro.
 



«Grande soddisfazione per il risultato raggiunto, per i miglioramenti inseriti ascoltando categorie e associazioni, finalmente da gennaio la manovra diventano soldi veri per aiutare milioni di italiani». Così il leader della Lega Matteo Salvini in una nota.

Oggi il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, aveva dichiarato ai microfoni dell'emittente francese Rtl di lavorare affinché, oltre alla Francia, «neppure l'Italia sia sanzionata»: «Penso che sarebbe negativo - ha aggiunto - è un grande Paese della zona euro, in cui ha il suo posto».

La decisione era tutt'altro che scontata ma tutto, in questi ultimi giorni, sconsigliava alla Commissione europea di aprire una procedura per debito eccessivo contro l'Italia. L'incertezza sulla sorte della Brexit rende l'Europa più vulnerabile, l'avvio della campagna elettorale per le europee sensibilizza le istituzioni ai problemi d'immagine, e la Francia di Macron che sfora il 3% di deficit crea un precedente difficile da ignorare. Per tutti questi motivi Bruxelles - Juncker, Moscovici e Dombrovskis in primis - si è man mano convinta che un accordo (nonostante i falchi continuino a chiedere tolleranza zero) andasse fatto, anche a costo di fare verso l'Italia qualche passo in più del consentito dalle regole.

Rispetto a ottobre, quando l'Italia ha presentato la manovra irricevibile per la Ue, che le ha chiesto di riscriverla, la linea della Commissione è molto cambiata. Inizialmente ha seguito alla lettera le regole: le misure italiane portavano il deficit strutturale molto lontano dagli obiettivi, facendo crescere il debito invece di stabilizzarlo. Le analisi dei tecnici - spalleggiati dai rigoristi - non lasciavano spazio alla flessibilità, perché era già stata concessa in abbondanza in passato, e la posizione dei commissari non permetteva margini di discrezionalità, perché la manovra si allontanava troppo dai target delle regole europee.

Ma la battaglia sui numeri ha presto lasciato il campo alla politica. Nonostante l'Eurogruppo avesse dato sostegno alla Commissione per andare avanti con la procedura, diversi Governi Ue cominciavano a seminare dubbi. La Germania ha da subito visto il rischio di aprire un nuovo fronte in Europa, che avrebbe spianato la strada agli euroscettici contrari agli eccessivi vincoli. Per questo non ha mai apertamente sostenuto l'idea di una procedura. È stata poi la crisi dei gilet gialli, con le misure straordinarie di Macron, a dare involontariamente una svolta al negoziato tra Roma e Bruxelles.

Moscovici aveva da subito spiegato che le situazioni di Italia e Francia non erano paragonabili, e che Parigi poteva andare oltre il 3% purché fosse uno sforamento temporaneo. Una tesi che, ancorché rispettosa delle regole, sarebbe stata difficile da giustificare di fronte all'opinione pubblica europea. Soprattutto da parte di un commissario francese, per natura propenso ad aiutare il suo Paese. Anche per evitare la facile accusa di usare due pesi e due misure, segnando l'avvio della campagna elettorale per le europee con un argomento utile agli euroscettici, Bruxelles ha condotto il negoziato con Roma cercando un accordo «a ogni costo». Se questo, poi, vedrà realmente la luce, bisogna attendere domani con l'ultima seduta dell'anno del Collegio dei commissari.

Queste le date chiave per il via libera alla manovra:

19 DICEMBRE - Ultima riunione dell'anno del Collegio dei commissari che ha all'esame la raccomandazione al Consiglio Ecofin sull'apertura o meno della procedura contro l'Italia. Alle 12, come detto, Conte sarà in Aula a spiegare l'esito della trattativa e subito dopo la Commissione potrà avviare i propri lavori.

20 DICEMBRE - Il testo della legge di Bilancio approda - dalle 17 - in Aula al Senato. I lavori potrebbero occupare l'intero week end natalizio, licenziando la manovra per la Camera dopo santo Stefano. Anche se la speranza di senatori e deputati è una corsa contro il tempo con la chiusura della terza lettura già domenica 23

27-31 DICEMBRE - Sono questi, in caso di mancato rush finale,  gli ultimi giorni utili per il varo della manovra che poche volte ha visto il disco verde a ridosso del brindisi di San Silvestro e, soprattutto, sul filo dell'esercizio provvisorio. Se il testo non dovesse andare sotto l'albero, però, i giorni più probabili per chiudere la partita sono il 27 e il 28

22 GENNAIO - Primo Eurogruppo-Ecofin dell'anno.

 

Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 11:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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