Tonnellate di prodotti ortofrutticoli destinate ai poveri sui banchi dei mercati: maxi truffa alla Ue

Domenica 7 Febbraio 2016 di Luisa Mosello
Frutta e verdura destinata ai poveri rivenduta
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Si ripete uno dei traffici illeciti alimentari più deprecabili: quello che porta via un bene primario come il cibo, destinato ai più poveri. E gli fa prendere un'altra strada, che porta a un'unica meta: l'arricchirsi sulle spalle dei bisognosi. L’ennesima frode è stata scoperta dai Nas che hanno sventato il trasferimento illegale di prodotti ortofrutticoli, pari a ben 13mila tonnellate, acquistati con i contributi comunitari per essere poi distribuiti gratuitamente, a scopo assistenziale, alla Caritas e alla Croce Rossa. Il grosso carico di frutta e verdura sarebbe stato invece rivenduto nei mercati all'ingrosso. In Italia e non solo: la distribuzione si allargava anche ai banchi delle città dell'Europa dell'est, in Croazia e in Romania. Il guadagno stimato: circa 4 milioni di euro.

Un vero e proprio schiaffo, vergognoso,  agli oltre 4 milioni di poveri che in Italia hanno bisogno di aiuti per mangiare e che si rivolgono ai servizi delle mense e alla distribuzione di pacchi alimentari. E in questo esercito di bisognosi ci sono più di 400 mila bambini che hanno meno di 5 anni.

La maxi frode è partita dalla Lombardia, con 12 ordinanze di custodia cautelare e una cinquantina di perquisizioni, e si sta allargando ad altre regioni da nord a sud: dal Veneto all’Emilia Romagna, dal Piemonte al Lazio e alla Campania. La truffa è venuta alla luce dopo alcuni controlli sulla filiera. I produttori dovevano consegnare quantitativi di frutta e ortaggi  “eccedenti” (in base alle quote determinate dall’Unione Europea) ad intermediari che dovevano distribuirli ad enti socio assistenziali. Per far ciò da parte dell’Ue è previsto un contributo. Che veniva intascato prima di falsificare la provenienza di mele e zucchine che poi arrivavavano tranquillamente sui banchi dei mercati  per essere vendutei. Perché questi casi non si ripetano ancora servirebbe la tracciabilità dei prodotti destinati alle realtà assistenziali. Per monitorare il loro percorso dall’inizio alla fine. 
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