Fabrizio Corona si sfoga in udienza: «Mi sento accerchiato, ho commesso un errore ma non un reato»

Martedì 8 Novembre 2016 di Claudia Guasco
Fabrizio Corona all'arrivo all'udienza
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Due ore e mezza di udienza e tante cose da spiegare.
A cominciare dalla provenienza di quel milione e 700 mila euro scoperto dagli investigatori nel controsoffitto della socia Francesca Persi, oltre al denaro depositato su due conti correnti in Austria. Fabrizio Corona, nel suo abitule look nero, si presenta davanti ai giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano, che entro cinque giorni decideranno se revocare o meno l'affidamento in prova ai servizi sociali, sospeso dopo l'arresto. L'accusa chiede che la possibilità di scontare la pena residua fuori dal carcere sia cancellata, la difesa esorta a
«dimenticarsi della panna montata, badare al sodo e cioè che quei soldi non sono frutto di guadagni illeciti», mentre Corona si sfoga: «Mi sento accerchiato, ho commesso un errore ma non un reato, se mi date il tempo per pagare le tasse su quei contanti potrò proseguire nell'affidamento, perché sono una persona onesta che ha guadagnato un mucchio di soldi ammazzandosi di lavoro».

LA FINANZA E' ARRIVATA PRIMA
Il fotografo dei vip è in una cella di San Vitore dallo scorso 10 ottobre, con l'accusa di intestazione fittizia di beni e frode fiscale. Lunedì gli è stata anche sequestrata la casa e quando i suoi legali Ivano Chiesa e Antonella Calcaterra gli hanno comunicato la notizia, il paparazzo è sbottato:
«Non la finiranno mai? Non finirà mai questa storia? Per un anno maledetto mi gioco tutta la vita». L'hannus orribilis di Corona è il 2007: il 13 marzo viene arrestato con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata all'estorsione nell'inchiesta Vallettopoli, ad aprile fonda la Fenice Srl, «società che realizza eventi nel campo della pubblicità, dell'arte e della moda" da cui è uscita parte del denaro necessaria ad acquistare il suo appartamento di via de Cristoforis, secondo i giudici "fittiziamente intestato al collaboratore Marco Bonato». Sostiene Corona: «Sono una persona onesta, ho guadagnato un mucchio di denaro lavorando duramente, volevo chiudere tutte le finestre aperte in quel maledetto 2007». Lo avrebbe fatto, assicura, dopo l'udienza del Tribunale di Sorveglianza del 21 settembre scorso, «ma la Guardia di finanza è arrivata prima». L'intenzione dichiarata dal fotografo era quella di pagare le tasse sul milione e 700 mila euro e la scadenza, spiegano i suoi avvocati, era la primavera del 2017. «Insomma, c'era tutto il tempo».

BOMBA CARTA
Poi però è successo qualcosa. La scorsa estate viene fatta esplodere una bomba carta nei pressi dell'abitazione del fotografo e lui va a sporgere denuncia per estorsione.
«Da lì è partito tutto, sono stato minacciato eppure mi hanno trattato come un criminale. Perciò sono stato fermo, ma io su quei contanti sono ancora in tempo per pagare le tasse». Le relazioni degli psicologi e dei servizi sociali, dicono i suoi avvocati, «dimostrano che Corona ha compiuto un percorso serio: una volta non avrebbe nascosto il denaro, ma lo avrebbe fatto sparire alle Cayman. Qui si applicano misure di prevenzione con dieci anni di distanza. In tutto questo tempo non si sono accorti della casa?».
Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 09:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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