Catania, Valentina Miluzzo morì dopo l'aborto: a processo sette medici. «La sua morte per la loro negligenza»

Martedì 13 Novembre 2018
Valentina morì dopo l'aborto: a processo sette medici. «La sua morte per la loro negligenza»
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Valentina Milluzzo morì a 32 anni alla 19esima settimana di gravidanza: il 16 ottobre di due anni fa morì dopo aver perso, con altrettanti aborti, i due gemellini che aspettava in seguito ad una fecondazione assistita. Oggi il gup di Catania Giuseppina Montuori, accogliendo la richiesta della Procura etnea, ha rinviato a giudizio sette medici del reparto di ginecologia e ostetrici dell'ospedale Cannizzaro per la sua morte.

Valentina morì dopo l'aborto spontaneo: "Medico obiettore non ha operato"

Nell'inchiesta non si contesta il fatto che i medici siano obiettori di coscienza: il reato ipotizzato è concorso in omicidio colposo plurimo. Imputati sono il primario del reparto, Paolo Scollo, perché «in posizione di garanzia e con obblighi di controllo e vigilanza»; i medici del reparto Silvana Campione, Giuseppe Maria Alberto Calvo, Alessandra Coffaro, Andrea Benedetto Di Stefano e Vincenzo Filippello, «in servizio nel reparto e in sala parto, avvicendatisi nei turni di guardia»; e l'anestesista Francesco Paolo Cavallaro, «intervenuto in sala parto la notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2016». La prima udienza del processo si terrà il 3 luglio del 2019 davanti alla terza sezione del Tribunale di Catania. 



"Il medico non ha operato ma non è obiettore".

Dodici indagati nell'inchiesta

LE ACCUSE CHOC Secondo l'accusa i sette medici rinviati a giudizio, «in concorso e cooperazione tra loro cagionavano con colpa il decesso della gestante» ricoverata per minaccia d'aborto in gravidanza gemellare bicoriale. La Procura contesta ai medici 'colpa professionale' per «imprudenza, negligenza ed imperizia». In particolare «nella mancata attuazione di una terapia antibiotica adeguata» sia il 14 e il 15 ottobre, nel «mancato tempestivo riconoscimento della sepsi in atto», nella «mancata raccolta raccolta di campioni per esami microbiologici», nella «mancata tempestiva rimozione della fonte dell'infezione: i feti e le placente» e la «mancata somministrazione di emazie durante l'intervento».



Tutti eventi, che sostiene la Procura di Catania, avrebbero
«determinato il trasmodare della sepsi in shock settico irreversibile con conseguente insufficienza multiorgano e coagulazione intravascolare disseminata» che hanno causato il decesso della paziente. Del caso si occupò anche il ministero della Salute che inviò degli ispettori all'ospedale Cannizzaro. Nel processo si è costituita parte civile la sorella della di Valentina Miluzzo, assistita dall'avvocato Salvatore Catania Milluzzo. 

Ultimo aggiornamento: 18:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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