Carla, sfregiata dall'ex perché troppo bella: "Non voleva vedermi felice"

Martedì 18 Ottobre 2016
Carla Ilenia Caiazzo
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"Carla era una ragazza molto bella. Non volevo ucciderla, avrei potuto farlo, ma solo sfregiarle il viso", così ha provato a giustificarsi. Non fu un reato d'impeto, originato dal rancore per aver appreso che la sua compagna, dalla quale aspettava un figlio, aveva una relazione. Ma si trattò di una aggressione premeditata, sin da quando con un pretesto diede appuntamento alla donna attirandola in una trappola. Per questo, secondo i magistrati della procura, Paolo Pietropaolo, il quarantenne che il primo febbraio scorso a Pozzuoli diede fuoco alla compagna Carla Ilenia Caiazzo, di 38 anni, merita la condanna a 15 anni di reclusione.



E ciò solo in considerazione del rito abbreviato scelto dall'imputato, che prevede infatti lo sconto di un terzo della pena, altrimenti gli anni di carcere ritenuti idonei per punire un atto di tale gravità sarebbero stati 22. Sono queste le conclusioni dei pm Raffaello Falcone e Clelia Mancuso al termine della requisitoria al processo cominciato oggi davanti al gup del Tribunale di Napoli Egle Pilla.Carla Ilenia non era in aula in quanto nei giorni scorsi è stata sottoposta ad nuovo intervento di chirurgia plastica al volto e al corpo devastati dalle fiamme.

Pietropaolo è imputato di tentativo di omicidio, stalking, tentato procurato aborto (Carla era incinta al momento dell'aggressione e diede alla luce una bambina poco dopo il ricovero in ospedale). I magistrati hanno ricostruito in aula le varie sequenze dell'episodio. Pietropaolo con un pretesto invitò la compagna ad un appuntamento e l'aggredì dapprima con pugni e calci. Bloccato da un passante, corse poi verso la sua auto dove prelevò una bottiglia piena di benzina e alcool, cosparse il liquido sulla donna e appiccò il fuoco.

Proprio la presenza nella vettura del liquido infiammabile rende, secondo i pm, evidente la sussistenza dell'aggravante della premeditazione. I magistrati dell'accusa non danno invece credito alla versione dell'imputato, che ha sostenuto che dopo l'aggressione intendeva suicidarsi dandosi fuoco a sua volta. Oggi Pietropaolo ha ascoltato in silenzio la requisitoria, ma non si esclude che alle prossime udienze possa rendere dichiarazioni spontanee.

Agli inquirenti, poco dopo l'arresto, dichiarò che non aveva intenzione di uccidere Ilenia, ma intendeva «solo sfregiarle il viso». Il processo riprenderà il 27 ottobre con gli interventi delle parti civili (Carla Ilenia si è costituita anche per conto della bambina). Nelle prossime udienze sarà affrontata anche la questione del presunto stato di alterazione mentale in cui si sarebbe trovato, secondo la tesi difensiva, Pietropaolo quando si scagliò contro la compagna.
Ultimo aggiornamento: 10:27

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