Un anno e più in carcere a Lecce senza mai ricevere visite. Così per un detenuto la direttrice del carcere, Maria Teresa Susca, insieme con la dottoressa Monica Rizzo, hanno permesso e organizzato un incontro con il suo affetto più caro, un cane.
Il suo padrone-clochard morì per non abbandonarlo, ora Aron ha una nuova casa (a Ostia)
Detenuto inconta il suo cane in carcere
Protagonisti della toccante storia che arriva dal Salento sono un detenuto originario di una cittadina della provincia e il suo cane Zair.
La direttrice del carcere
Prima dell'arresto vivevano in simbiosi: l'uomo, un senza tetto, aveva come unica compagnia l'animale. Un legame forte e intenso tra loro, interrotto dall'arresto, e dal conseguente affido del cane ad una famiglia pugliese. L'incontro, avvenuto nei giorni scorsi, è durato quasi due ore. «È stato emozionante per lui e per tutto il personale del carcere che si è impegnato affinché il desiderio di questo detenuto potesse realizzarsi», racconta Maria Teresa Susca, direttrice del carcere di Lecce che ha coordinato ogni fase dell'iter per permettere l'incontro, avvenuto in sicurezza in un'area verde presente nella struttura. «Abbiamo voluto esaudire questa richiesta anche per la circostanza - spiega - che il detenuto non fa colloqui con nessuno. Si sono spesi tutti per questo incontro: la polizia penitenziaria, il funzionario giuridico pedagogico che segue il detenuto, così come anche il suo avvocato». La direttrice del carcere non esclude un secondo incontro.
I promotori dell'iniziativa
«Tutto questo - affermano i promotori dell'iniziativa - ci fa ben sperare che l’importanza che si dà all’individualizzazione del trattamento detentivo sia il punto di forza per la rieducazione dei detenuti. Tale trattamento è l’unico in grado di rispondere ai particolari bisogni della personalità di ciascun soggetto, ancora più efficace se si dà particolare attenzione al modo in cui il soggetto ha vissuto, alla sua storia specifica, al suo vissuto familiare».