Boschi e Consip, la difesa di Renzi: dem in crescita, calunnie per fermarci

Domenica 14 Maggio 2017 di Marco Conti
Boschi e Consip, la difesa di Renzi: dem in crescita, calunnie per fermarci
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«Tutto ciò che leggo sui giornali e che riguarda la Banca d'Italia o è falso o è privo di fondamento e questo è un peccato per la stampa italiana». Non usa giri di parole il governatore della Banca d'Italia per cercare di sfilare via Nazionale dal frullatore delle polemiche sull'ex ministro Boschi e Banca Etruria riaccese dalle affermazioni dell'ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli.

OLTRE
Il fallimento di tre banche, tra le quali anche banca Etruria, sancito per l'applicazione delle nuove regole europee, non poteva sfuggire all'azione del governo - come tutte le grandi crisi industriali e finanziarie Alitalia compresa - e questo ieri ha in sostanza rivendicato il ministro Graziano Delrio che all'epoca ricopriva il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Un interessamento definito «ovvio» da parte del governo Renzi che Delrio si attribuisce svelando una sorta di segreto di pulcinella e che però avrebbe coinvolto anche l'allora ministro Boschi figlia dell'ultimo vicepresidente della banca aretina e che oltre a non avere competenze e deleghe si sarebbe trovata in conflitto d'interessi. L'interessata ha smentito, sporto querele e il governo Gentiloni fa quadrato attorno al sottosegretario che anche ieri lo stesso Renzi ha difeso, seppur indirettamente, sostenendo che l'ex direttore del Corriere «ha una sorta di ossessione personale» nei suoi confronti.

I due non si sono mai troppo amati e il battage pubblicitario per l'uscita del libro dell'ex direttore ha amplificato lo scontro, anche se quest'ultimo precisa di non aver mai definito l'ex premier «un massone». «Da tanti giorni stiamo facendo un dibattito su un pettegolezzo che serve a far vendere tante copie a de Bortoli con il suo libro», ha sostenuto ieri a Omnibus Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e membro della direzione del Pd. Lo «scopo commerciale», come lo definisce anche Michele Anzaldi, non convince il M5S che, dopo le parole di Delrio, torna a chiedere che venga subito avviata una commissione d'inchiesta sulle banche. Musica per le orecchie di Matteo Renzi che da tempo chiede l'istituzione di una commissione che indaghi anche su alcune operazioni del passato, «compresa la pugliese Banca121», aggiunge Ernesto Carbone (Pd). Visto il poco tempo che manca alla fine della legislatura, sarà difficile che possa vedere la luce una commissione d'inchiesta sulle banche sulla cui istituzione sono in molti - anche al Quirinale - ad avere dubbi.

FALSO
Resta il fatto che il segretario del Pd intende rispondere colpo su colpo per evitare un assedio divenuto a suo giudizio, ancor «più pressante» per i sondaggi che danno il suo partito in ripresa e da qualche tempo stabilmente sopra il M5S. L'obiettivo, ribadito ieri da Renzi, è «il 41%», soglia oltre il quale l'Italicum assegna il premio di maggioranza. Quindi di nuovo a testa bassa. Oggi prima per le strade di Roma a raccogliere immondizia e poi in tv, all'Arena di Giletti, dove risponderà non solo sulla faccenda della Banca Etruria, ma anche sull'inchiesta Consip che vede il capitano dei carabinieri Scafarto accusato di aver falsificato le intercettazioni sul padre di Renzi e le novità che sarebbero emerse su chi avrebbe informato Tiziano Renzi sulle intercettazioni in atto.

Per l'ex premier si tratta di «una valanga di calunnie che il tempo renderà evidenti» anche grazie «al lavoro dei magistrati». In attesa di una nuova pioggia di querele e contro-querele, il segretario del Pd sembra essersi ormai attrezzato per una campagna elettorale ricca di veleni e lunghissima. L'accordo sulla legge elettorale è lontanissimo e Renzi ha preso ormai da tempo atto che «la legislatura durerà sino al 2018».

 

Ultimo aggiornamento: 16:22

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