Stipendi Rai, il Pd attacca: «Manager ben pagati anche se non hanno più incarichi»

Domenica 24 Luglio 2016
Stipendi Rai, il Pd attacca: «Manager ben pagati anche se non hanno più incarichi»
Tra Pd e viale Mazzini non corre buon sangue. Lo dimostrano le reazioni alla diffusione degli stipendi dei dirigenti Rai. Il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, mette a verbale: «Solo per la precisione ricordo che il piano trasparenza Rai è un obbligo previsto dalla riforma della governance voluta dal governo e votata dalla maggioranza parlamentare. Quella che l’azienda definisce “operazione trasparenza” potrebbe chiamarsi in realtà “adempimenti”. Quanto a Brunetta può solo fare dei tweet in proposito, sperando nella cattiva memoria di chi legge, visto che il centrodestra al governo si è ben guardato dal fare una norma per la trasparenza del servizio pubblico radio-tv».

Duro anche il commento del presidente del Pd, Matteo Orfini: «Quando ero responsabile dell’informazione durante la segreteria Bersani mi capitò in più di un’occasione di denunciare i maxi stipendi Rai. Oggi quei compensi sono stati resi pubblici e forse si comprende meglio la ragione di quelle accuse. Capiamoci, alcuni di quei compensi sono più che giustificati: se vuoi strappare ai concorrenti un bravo manager, lo devi pagare quanto vale sul mercato. Il problema - aggiunge Orfini - è che molti dei beneficiari di quegli stipendi non hanno alcun mercato: sono dove sono solo ed esclusivamente per il rapporto incestuoso che per anni l’azienda ha avuto con la politica. Prova ne è il fatto che molti oggi non hanno in Rai alcun incarico, ma conservano il loro compenso. Tutto questo è ancor più insopportabile in un’azienda che vive sulle spalle di migliaia di lavoratori e di una schiera di precari che guadagnano appena poche centinaia di euro al mese».

Sulla stessa lunghezza d’onda Michele Anzaldi, componente della commissione di Vigilanza: «Gli italiani che in questa domenica di luglio sono sotto l’ombrellone oppure a lavoro hanno scoperto dai giornali di oggi un’amara sorpresa. Nel servizio pubblico radiotelevisivo ci sono decine di dirigenti con stipendi da favola, pagati spesso per non fare nulla. E l'azienda come intende affrontare questo problema? Continuando ad assumere esterni?».

E ancora: «Grazie alla riforma varata dal governo, approvata in fretta per dare all’azienda i primi strumenti per imprimere una svolta visibile al proprio operato, la Rai è stata costretta a pubblicare i compensi dei propri dirigenti. C’è voluta una legge ad hoc, perché la Rai, anche di fronte alle insistenze della commissione di Vigilanza negli ultimi anni, si era sempre rifiutata di adempiere a quella che per la tv pubblica avrebbe dovuto essere la condizione minima di trasparenza nei confronti dei cittadini che la finanziano con il canone.

Peraltro la commissione di Vigilanza, all’unanimità l’11 novembre 2015, aveva approvato un parere con il quale chiedeva alla Rai di mettere nello Statuto il tetto da 240mila euro.
«Le prime indiscrezioni - conclude il deputato del Pd - mostrano decine di compensi alla Rai ben oltre il tetto imposto dal governo».
Ultimo aggiornamento: 19:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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