Statali in pensione, altri tre anni per regolarizzare i vecchi contributi

Lunedì 14 Gennaio 2019 di Luca Cifoni
Statali in pensione, altri tre anni per regolarizzare i vecchi contributi
Tre anni in più per regolarizzare le posizioni contributive dei dipendenti pubblici. E possibilità per alcune alte professionalità di incrementare la propria pensione versano più contributi. Il decreto che giovedì arriverà al Consiglio dei ministri insieme alle cruciali norme su Reddito e Quota 100 contiene anche altre misure che riguardano in particolare il pubblico impiego, a proposito del quale sarebbe in via di soluzione anche il nodo delle liquidazioni da anticipare tramite finanziamento bancario. Così come, per quanto riguarda il capitolo reddito di cittadinanza, il vicepremier Salvini ha indicato che è stata trovata un'intesa sul nodo invalidità la disponibilità di risorse aggiuntive (400 milioni) ricavare dalla stretta sui percettori straniere dovrebbe permettere di includere nel beneficio un numero sufficiente di disabili. Oggi sono in programma le ultime verifiche finanziarie con il ministero dell'Economia.

POSIZIONI INCOMPLETE
I lavoratori pubblici, in particolare quelli della scuola, della sicurezza e della giustizia troveranno nel provvedimento una piccola norma che dovrebbe mettere fine ad una serie di preoccupazioni emerse in passato. Il tema è quello delicato della prescrizione dei contributi previdenziali. Nel mondo ex Inpdap molte posizioni assicurative risultano tuttora non complete a causa di una pesante eredità del passato: lo Stato infatti nel suo doppio ruolo di datore di lavoro e di erogatore della prestazione previdenziale non versava effettivamente i contributi dovuti, come avviene nel privato. In questo contesto molte amministrazioni erano abituate a fare i conteggi per la pensione dei propri dipendenti solo poco prima della fine del servizio. Spesso quindi non è ancora possibile verificare in tempo reale la regolarità dei versamenti ed emergono buchi, anche in relazione a pratiche di riscatto o di ricongiunzione.

LA PREOCCUPAZIONE
L'Inps, che dopo la fusione con l'Inpdap si occupa anche delle gestioni previdenziali pubbliche, avviato un'attività di regolarizzazione di tutte queste posizioni, con l'obiettivo di offrire anche ai dipendenti pubblici un estratto conto contributivo consultabile in tempo reale, come quello di cui dispongono i privati. Negli ultimi tempi però era cresciuta la preoccupazione per la scadenza del primo gennaio 2019, entro la quale sarebbero risultati prescritti i contributi relativi al passato. Lo stesso istituto previdenziale era corso ai ripari, prima precisando che la prescrizione (cinque anni) non colpisce il diritto del lavoratore ma semmai comporta un onere per l'amministrazione, poi disponendo in via amministrativa un rinvio di un anno. Per fugare ogni dubbio però il decreto legge in dirittura d'arrivo preciserà che i termini di prescrizione per i periodi fino al 31 dicembre 2014 non si applicheranno fino a tutto il 2021.

Un'altra novità riguarda i dipendenti pubblici che hanno iniziato a lavorare dal 1996 in poi, per i quali non esistono fondi complementari: potranno derogare all'attuale norma che prevede per loro un massimale contributivo, ovvero un tetto di reddito (oggi posto a poco più di 100 mila euro) al di sopra del quale non versano contributi e di conseguenza non possono incrementare la pensione futura. Attualmente sono senza previdenza integrativa categorie come militari e appartenenti alle forze dell'ordine, magistrati, docenti universitari, diplomatici e prefetti: quelli con retribuzioni alte potranno scegliere di far valere per la pensione anche la quota oltre il massimale e quindi di avere un futuro un trattamento più elevato. La novità arriva proprio mentre scatta l'applicazione, pur se in via transitoria, di un contributo di solidarietà per le attuali pensioni considerate alte, al di sopra dei 100 mila euro.
A proposito di Inps, il governo sta mettendo a punto anche la sostituzione dei vertici. La riforma della governance che prevede la reintroduzione del consiglio di amministrazione non sarà operativa prima della scadenza del mandato di Boeri, il 16 febbraio: da quel giorno dovrebbe quindi scattare il commissariamento dell'istituto.
 
Ultimo aggiornamento: 18:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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