Otto mesi di reclusione è la condanna chiesta dalla procura di Torino per Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera dei deputati, e per altre due persone processate del capoluogo piemontese per un presunto falso elettorale.
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Molinari, chiesti 8 mesi per falso elettorale
Il pubblico ministero Gianfranco Colace ha specificato che si tratta del «minimo della pena».
La vicenda
Ricostruendo la vicenda, il pm Colace ha affermato che l'esclusione del candidato, Stefano Zacà, fu decisa per «non fare uno sgarbo» a Paolo Zangrillo, esponente di Forza Italia e residente a Moncalieri (non imputato), oggi ministro della Pubblica amministrazione. «Questo - ha detto il magistrato - politicamente è comprensibile. Ma la modalità scelta (la cancellazione nome - ndr) è contraria alla legge. Un intervento sulla lista può farlo solo la commissione elettorale e mai per ragioni di opportunità politica, ma solo per irregolarità nella procedura. La soluzione doveva essere ripetere la raccolta delle firme, anche se il tempo rimasto era poco. Così, invece, è stato alterato un atto». Il processo, oltre a Molinari riguarda Alessandro Benvenuto, già parlamentare, segretario provinciale della Lega, e Fabrizio Bruno, all'epoca delegato del partito al deposito delle liste, indicato dalla procura come autore materiale.