Bressa e Martina: trattativa, ma non sul fisco. Zaia: il nostro interlocutore è Gentiloni

Lunedì 23 Ottobre 2017
Bressa e Martina: trattativa, ma non sul fisco. Zaia: il nostro interlocutore è Gentiloni
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«L'esito del referendum in Lombardia e Veneto conferma l'importante richiesta di maggiore autonomia per le rispettive regioni. Il governo, come ha sempre dichiarato anche prima del voto di oggi, è pronto ad avviare una trattativa». Lo afferma Gianclaudio Bressa, sottosegretario per gli Affari regionali, alla chiusura dei seggi elettorali in Lombardia e Veneto.

Bressa annuncia che l'esecutivo è proto ad avviare una trattativa «per definire le condizioni e le forme di maggiore autonomia e le relative, necessarie, risorse finanziarie, come del resto sta già avvenendo con la regione Emilia Romagna, che ha già approvato una legge di attuazione dell'articolo 116 comma III della Costituzione».

Resta certo che in ogni caso non si parlerà mai di autonomia fiscale. Perché la Costituzione (articoli 116 e 117) non prevede questa materia fra quelle di competenza delle Regioni a statuto ordinario. Per consentire che la Lombardia o il Veneto o l'Emilia o qualcuna delle altre 12 regioni ordinarie possano «tenersi le tasse prodotte sul territorio», come chiedono gliautonomisti, bisognerebbe prima cambiare la Costituzione. 

La Carta attribuisce infati alle regioni un raggio d'azione in un elenco dettagliato di 23 comparti che spaziano dai rapporti con l'Ue all'energia alle grandi reti di trasporto, agliaeroporti, alla previdenza complementare e alle casse di risparmio e rurali. Ma fissa anche dei paletti stabilendo che le Regioni ordinarie possono fissare delle regole in questi settori ma dentro una cornice nazionale. In concreto dunque Lombardia e Veneto, come del resto ha già fatto l'Emilia Romagna con una semplice lettera senza spendere milioni per indire un referendum, potranno ora ottenere dal governo l'apertura di un tavolo di trattativa per un aumento del grado di autonomia su alcune materie. Fisco comunque escluso.

LA REPLICA DI ZAIA: L'INTERLOCUTORE E' GENTILONI
La polemica si è subito innescata tra Roma e il Veneto: da una parte Gianclaudio Bressa, sottosegretario per gli Affari regionali, che ha specificato che di autonomia si parlerà ma non per quanto riguarda il fisco, dall'altra Maurizio Martina, ministro dell'Agricoltura e vicesegretario del Pd, in un'intervista a Repubblica: «Zaia e Maroni potranno avviare lo stesso percorso di confronto aperto dal presidente emiliano Bonaccini», ma «le materie fiscali - e anche altre, come la sicurezza - non sono e non possono essere materia di trattativa né con il Veneto, né con la Lombardia e neanche con l'Emilia Romagna. Non lo dico io: lo dice la Costituzione, con gli articoli 116 e 117 che indicano chiaramente gli ambiti su cui ci può essere una diversa distribuzione delle competenze». Ed ecco che nella mattina dopo la festa per la vittoria del "Sì" arriva la risposta del presidente della Regione Veneto Luca Zaia,  intervenendo ai microfoni di RTL 102.5: «Io ero rimasto al punto, e lo dico anche da ex ministro, che Martina si occupa dell'agricoltura e penso che il nostro interlocutore sia il Presidente del Consiglio. Non c'è alcuna volontà di cercare la rissa ma sentirci dire che con una chiamata del popolo come questa la trattativa deve essere come quella dell'Emilia-Romagna che ha chiesto solo cinque materie e a tutt'oggi non ha firmato nulla di valido giuridicamente vuol dire disconoscere il popolo veneto. Se questa è la scelta del Governo ne prendiamo atto, ma me lo dica ufficialmente il Presidente del Consiglio».

Il Presidente del Veneto ha elencato poi le prossime mosse: «oggi approviamo la piattaforma negoziale, per cui vuol dire che tratteremo su questa base direttamente con questo Governo. Il problema è che le cose vanno fatte bene, con tutta un procedura chiara e sancita dalla legge - ha chiarito - per questo ho detto che l'Emilia-Romagna non ha firmato un'intesa come prevede la legge ma una dichiarazione di intenti, così è titolata perché tale è, perciò non è vero che l'Emilia-Romagna ha fatto la trattativa». Quindi a lei il "modello" Emilia-Romagna non va bene? «Noi tifiamo per l'Emilia-Romagna affinché porti a casa tutte le competenze scritte in Costituzione, non 5 ma 23, tifiamo per loro - ha concluso -. Per quanto riguarda la richiesta è una richiesta di 23 materie e 9/10 delle tasse, esattamente quello che la Costituzione prevede». «È una bella giornata perché i veneti hanno dato una bella espressione di civiltà, di democrazia e di partecipazione: oltre due milioni e mezzo di cittadini che vanno a votare è un bel segnale», ha concluso Zaia.
 
Ultimo aggiornamento: 11:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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