Renzi in panne, spinta di Prodi: il progetto va avanti

Venerdì 8 Dicembre 2017 di Marco Ventura
Renzi in panne, spinta di Prodi: il progetto va avanti
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Fu Nino Andreatta, capogruppo del Partito popolare nel febbraio 95, a inventarsi contro Berlusconi la candidatura di Romano Prodi, suo ex assistente all'Università. «Stavo andando a Parma per una conferenza quando arrivò la telefonata dice Prodi al direttore de Il Messaggero, Virman Cusenza, sotto la Nuvola che avvolge il formicaio libresco di Più libri più liberi all'Eur e dovetti dire subito sì o no. Non sono uno che medita tanto... Ho detto sì.

Il giorno dopo già allestivamo il pullman e giravamo il Paese. In politica si è dentro o fuori, stare in mezzo all'uscio non è mica bello, si dà noia. Io ora sono assolutamente fuori». Ma non tanto, se dopo aver raccontato di essersi formato su Dostoevskij e sugli storici Arturo Carlo Iemolo e Luigi Salvatorelli, Prodi passa dritto alla politica.

LE RINUNCE
Commenta la rinuncia elettorale del centrista Angelino Alfano e di Giuliano Pisapia, fondatore di Campo Progressista. «Non tutte le frittate finiscono col venir bene». Quelle di Pisapia e Alfano «non sono defezioni. Pisapia non aveva deciso, aveva studiato il campo e poi ha concluso che non era cosa. Come il tentativo di Piero Fassino e mio aggiunge Prodi - di incollare la situazione: la colla non ha funzionato. Il processo va avanti, si tenterà di nuovo perché questo è utile per il Paese. Pisapia ha esplorato e alla fine non ha trovato motivi sufficienti per andare avanti. Mi dispiace». In mattinata il pontiere del Pd Fassino aveva ricevuto il Professore: «Il presidente Prodi accompagna con attenzione la costruzione della coalizione, incoraggiando a perseguire alleanze che consentano al centrosinistra di presentarsi agli elettori con una proposta credibile».

Fisco e diseguaglianze al centro di un ipotetico programma neo-ulivista. La flat-tax proposta dal centrodestra «è del tutto irrealistica, non ci sta nei conti. Va bene abbassare le aliquote se poi sai come pagare il deficit. Le imposte - incalza Prodi - non sono figlie del demonio, sono un male indispensabile su cui si fonda una società democratica se vogliamo un po' di equilibrio». È ancora Andreatta a tornare nei pensieri di Prodi che ricorda il Maestro: «Scritta una pagina me la porgeva dicendo professore, lei che è una buona massaia veda se vanno bene i conti». Così Prodi fa le pulci alla riforma fiscale di Trump: «Interessante, è la riforma giusta per vincere le elezioni di medio termine.

Taglia le imposte sulle imprese e non tocca molto quelle sulle persone. Il deficit si accumula dopo, non subito».
Prodi insiste sui contenuti. «Pilastro dell'uguaglianza sono i servizi ai cittadini: sanità, scuola e case popolari. Non il salario». La crisi del disegno politico «c'è a sinistra come a destra. Però ragazzi, il problema è che bisognerebbe ricominciare da capo. Io fui criticato per un programma di 400 pagine, poi è arrivato quello di 140 lettere ma non è che sia meglio». Un programma può anche «riempire 6 volumi. Perché i tedeschi ci mettono 6 mesi a fare quello di governo? Non sanno leggere e scrivere?».

Poi c'è il tema della legge elettorale. «Il sistema italiano è sostanzialmente proporzionale, cioè fotografa il Paese ma non serve: ci vuole un sistema che ci dia un governo, sennò la fotografia si sbiadisce. Per questo in tutto il mondo le democrazie si evolvono verso sistemi non proporzionali. Se avessero il proporzionale, in Francia non ci sarebbe Macron ma il caos assoluto. Pure la Germania prima o poi dovrà abbandonarlo». Una parola anche su Pietro Grasso. Può il presidente del Senato, scendere in campo? «Nulla di strano. Ai miei tempi Bertinotti presiedeva la Camera e capeggiava un partito».

Ma intanto Renzi incassa la benedizione di Prodi alla costruzione della coalizione di centro sinistra e sottolinea: «Preferisco la chiarezza di dire che ognuno si presenta con la sua linea alle ammucchiate».

Ma poi conferma che si lavora alla presentazione di più liste vicine al Pd che coprano aree un po più a sinistra e più a destra del partito. Pronta l'alleanza con i socialisti e i Verdi. Massima apertura anche alla lista PiùEuropa di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova. Oggi il segretario del pd dovrebbe lanciare anche alcune proposte sul fisco.

Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 07:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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