Primarie Pd, Orlando contesta i dati: Renzi sotto il 70%

Martedì 2 Maggio 2017
Primarie Pd, Orlando contesta i dati: Renzi sotto il 70%
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Dopo la giornata in famiglia di ieri, da oggi il neo segretario del Pd Matteo Renzi dovrebbe tornare a Roma per preparare l'assemblea di domenica prossima: la sua elezione a segretario Pd sarà ufficiale e verrà votata anche la nuova Direzione del partito, che ovviamente rispecchierà la schiacciante vittoria dell'ex premier alleprimarie di domenica. Iniziativa sulla legge elettorale e impegno nei principali dossier del governo, a partire da Alitalia, le priorità del segretario, che però dovrà anche riorganizzare gli organigrammi del partito. Anche alla luce della scissione e delle nuove minoranze interne, quella di Andrea Orlando e quella di Michele Emiliano, sconfitti alle primarie.

Il comitato di Orlando intanto contesta i numeri, non ancora ufficiali, del voto: Renzi sarebbe al 68%, contro il 70% dei risultati forniti dal Pd, il ministro al 22,2 (contro il 19,5%) ed Emiliano al 9,8 (10,5). L'affluenza inoltre non sarebbe di quasi due milioni di votanti ma fra 1,6 e 1,8 milioni.

Emiliano, nonostante la netta sconfitta, giudica «un risultato straordinario» il suo 10 per cento, Orlando invece invita ad aspettare i risultati ufficiali.

Renzi ieri avrebbe voluto correre la maratonina a Pontassieve. Ma, racconta la moglie Agnese, «è tornato troppo tardi». L'ex premier ha avuto uno scambio di auguri reciproci con il candidato alla presidenza della Repubblica francese Emmanuel Macron. «Io darò il massimo per vincere domenica, tu dai il massimo per vincere le prossime elezioni, insieme cambieremo l'Europa», si augura il candidato centrista all'Eliseo.

«Fronte democratico - rivendica intanto Emiliano - è la nuova area del Pd analoga per dimensioni a quella che era di Enrico Letta. Se Renzi avrà imparato dagli errori commessi, saremo pronti ad assicurare il nostro contributo alla discussione nel Pd e, una volta trovata la soluzione comune, la sosterremo».

E sulla riforma elettorale torna a dichiararsi «sinceramente disponibile» al confronto Luigi Di Maio, concordando con Renzi, ma non con i suoi ex rivali Orlando e Emiliano, sul no al premio alla coalizione altrimenti «facciamo la fine di Prodi con Mastella e di Berlusconi con Fini». La riforma elettorale, chiarisce il sottosegretario Maria Elena Boschi, «non è responsabilità esclusiva del Pd, occorre che tutte le forze politiche siano responsabili».

 

Ultimo aggiornamento: 3 Maggio, 13:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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