Prescrizione, intesa nella maggioranza: c'è il lodo anticorruzione

Mercoledì 11 Maggio 2016 di Sara Menafra
Prescrizione, intesa nella maggioranza: c'è il lodo anticorruzione
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È l'uovo di colombo a cui si lavora almeno da una settimana. E di cui molto probabilmente si era già discusso a quell'incontro presso via Arenula tra i senatori di maggioranza ma a cui aveva appunto partecipato il verdiniano Ciro Falanga. Lo stesso che ieri ha messo sul piatto la sorpresa depositando al senato un ddl che ha dall'iter ultra rapido: depositato in mattinata, nel primo pomeriggio era già assegnato in Commissione Giustizia.

L'idea è semplice e già si è capito che piace a tutti: il Lodo Falanga, lo chiamano già, prevede di dare una corsia preferenziale ai processi per corruzione, ma senza cambiarne la prescrizione in modo accentuato rispetto agli altri reati dello stesso tipo. L'articolo 132 bis del Codice di procedura penale già prevede priorità ai processi per mafia e terrorismo. E l'idea è semplicemente quella di inserire nell'elenco anche la corruzione. L'indicazione, fatta per legge, dei processi a cui gli uffici giudiziari devono dare la precedenza era già stata fatta nella precedenti legislature per reati come lo stalking e l'omicidio stradale, «e allora perchè non applicarla anche ai procedimenti per corruzione?», osserva Falanga spiegando la sua iniziativa.

IL TESTO
Così l'idea del senatore di Ala, già presente all'ultima riunione di maggioranza al ministero della Giustizia dedicata alla prescrizione, potrebbe diventare il punto di caduta nella trattativa tra Pd e Ap-Ncd sulla riforma, per tentare di vedere approvato l'intero provvedimento entro l'estate, come si è augurato Renzi qualche giorno fa. Pressati dalle recenti inchieste giudiziarie, governo e maggioranza vorrebbero accelerare sul ddl che rivede il processo penale e che contiene, tra l'altro, anche la delega sulle intercettazioni. L'obiettivo è arrivare in aula a luglio, dopo aver trovato l'accordo in commissione giustizia.
 
L'INCONTRO CON ORLANDO
Ieri è stata anche la giornata dedicata al giro di incontri dell'Anm prima con il ministro della giustizia Andrea Orlando e quindi con il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini. L'incontro a via Arenula è stato anche un modo per stemperare il clima teso tra politica e toghe, così come suggerito dal presidente Sergio Mattarella. Orlando ha scelto di portare con se anche i principali dirigenti per fare una carrellata dei temi sul campo. E davanti alle indicazioni problematiche delle toghe ha sottolineato che la differenza tra il funzionamento tra i diversi uffici giudiziari dovrebbe spingere a valutare l'importanza delle scelte organizzative.

«È stato un incontro molto proficuo», dice Davigo quando lascia via Arenula. «È emersa una reciproca volontà di collaborazione per affrontare i nodi strutturali della durata dei processi e gli altri problemi connessi ai procedimenti sia penali sia civili e ai conseguenti riflessi sulle strutture e l'ordinamento». «Abbiamo individuato i principali temi che affronteremo in ulteriori incontri. Abbiamo dato conto delle attività che stiamo mettendo in campo per migliorare l'efficienza», ha detto Orlando che però ha preferito non toccare il tema referendum: «Non ne abbiamo parlato, la valutazione sull'opportunità della partecipazione attiva spetta ai magistrati».

Subito dopo c'è stato l'incontro tra Anm e Legnini. Anche qui il clima sembrava pacificato. «Sulle regole di comportamento dei magistrati è l'Anm che deve prendere decisioni; per quanto riguarda il Csm la discussione la dobbiamo ancora fare», ha detto lui a fine incontro.
Ultimo aggiornamento: 13:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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