E' scoppiata una bufera politica su a una frase di Giuliano Poletti, ministro del Lavoro del governo Gentiloni, sulla fuga dei giovani all'estero per trovare un'occupazione. «Se 100mila giovani se ne sono andati dall’Italia, “non è che qui sono rimasti 60 milioni di pistola”... Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi». Parole pronunciate ai giornalisti a Fano.
Il ministro, sentendosi frainteso, fa poi marcia indietro: «Evidentemente mi sono espresso male e me ne scuso. Non mi sono mai sognato di pensare che è un bene per l’Italia il fatto che dei giovani se ne vadano all’estero. Penso, semplicemente, che non è giusto affermare che a lasciare il nostro Paese siano i migliori e che, di conseguenza, tutti gli altri che rimangono hanno meno competenze e qualità degli altri. Ritengo, invece, che è utile che i nostri giovani possano fare esperienze all’estero, ma che dobbiamo dare loro l’opportunità tornare nel nostro paese e di poter esprimere qui le loro capacità e le loro energie».
Ultimo aggiornamento: 22:02
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il ministro, sentendosi frainteso, fa poi marcia indietro: «Evidentemente mi sono espresso male e me ne scuso. Non mi sono mai sognato di pensare che è un bene per l’Italia il fatto che dei giovani se ne vadano all’estero. Penso, semplicemente, che non è giusto affermare che a lasciare il nostro Paese siano i migliori e che, di conseguenza, tutti gli altri che rimangono hanno meno competenze e qualità degli altri. Ritengo, invece, che è utile che i nostri giovani possano fare esperienze all’estero, ma che dobbiamo dare loro l’opportunità tornare nel nostro paese e di poter esprimere qui le loro capacità e le loro energie».