Il sottosegretario Nicola Molteni: «Più navi in mare significa più sbarchi, quindi se loro si sfilano a noi non dispiace»

Mercoledì 23 Gennaio 2019 di Marco Conti
Il sottosegretario Nicola Molteni: «Più navi in mare significa più sbarchi, quindi se loro si sfilano a noi non dispiace»
Sottosegretario Molteni, la Germania si sfila dalla missione navale europea Sophia. E ora?
«Poco male. Doveva essere un'operazione di contrasto agli scafisti ed invece è stata una missione di trasporto di migranti in Italia. Su 50 mila salvataggi 49 mila novecento sono stati portati in Italia. Per cui non ci dispiace per nulla se qualcuno si sfila».

Ma è sempre un'operazione dell'Unione alla quale l'Italia partecipa. Voi non chiedete che l'Europa aiuti l'Italia?
«C'è una regola: più navi metti nel Mediterraneo, più partenze e più sbarchi. E anche più morti».

Non aiuta anche nel contrasto all'immigrazione clandestina?
«Tutt'altro. Sophia è il simbolo di come la sinistra ha venduto il nostro Paese sul fronte dell'immigrazione all'Europa. Perchè è una missione internazionale alla quale partecipavano i 28 paesi dell'Unione con una regola chiara: che tutti i salvati venivano portati in Italia».

Niente lotta agli scafisti?
«Sophia deriva da Eunavfor Med che era composta da tre fasi: monitoraggio del Mediterraneo, contrasto agli scafisti e distruzione delle barche, e una terza di penetrazione per contrastare sul terreno i trafficanti. Sophia è invece la dimostrazione di come la sinistra, per qualche zero virgola di flessibilità, ha venduto il nostro Paese ai migranti».

Però noi ci stiamo nella missione?
«Sì, ma abbiamo chiesto la modifica delle regole di ingaggio con la rotazione dei porti di sbarco. Ora si sfila la Germania ed è forse la conferma che non c'è da parte dell'Europa la volontà di cambiarla nè solidarietà nella gestione dell'immigrazione».

Beh, la Germania ha partecipato alla ripartizione, i paesi di Visegrad, vostri amici, Polonia e Ungheria in testa, nemmeno uno
«Sicuramente la Germania ha fatto qualcosa di più della Francia».

Le chiedevo di Polonia e Ungheria
«Ma siccome oggi è il giorno dell'accordo Germania-Francia, ricordo che la Francia di eritrei doveva prenderne 5500 e ne ha presi 530».

E Orban quanti ne ha presi?
«L'Ungheria come i polacchi e i cechi hanno sempre condiviso un principio che io condivido che è quello di bloccare le frontiere».

Sì, ma anche loro sono in Europa. E con quelli che ci sono già che si fa?
«Controlliamo le frontiere esterne, blocchiamo le Ong e avviamo una politica di rimpatri a livello europeo».

Però la missione Sophia si poteva cambiare, invece la Germania si è sfilata perché considera «dura» la linea italiana. Non siamo un po' più soli?
«Ma noi siamo stati sempre soli. Non c'è stata mai una risposta europea. Ora ogni singolo stato fa da sè».

Ammetta, non è un bel momento. Abbiamo litigato con la Francia e ora la Germania
«Attendiamo con grande fiducia il voto europeo di maggio dopo il quale ci saranno grandi cambiamenti».

Lei pensa che il 27 maggio in Germania vince Afd, in Francia la Le Pen e si prendono più migranti?
«La vittoria della coalizione sovranista, che si contrapporrà a quella delle elite, cambierà il trattato di Dublino».

Cioè i sovranisti aprono le frontiere cambiando Dublino?
«La coalizione sovranista sta in piedi su un principio chiaro: contrasto all'immigrazione clandestina. Difendere i confini, effettuare rimpatri e investire in Africa».

Ieri avete chiuso Castelnuovo, quale sarà il prossimo centro di accoglienza che chiuderete?
«Risparmiamo 6 milioni di euro e li spenderemo per gli italiani. Ora tocca a Mineo».

Però se non aumentate i rimpatri i migranti come campano?
«Li stiamo facendo e stiamo lavorando su nuovi accordi. Chi scappa effettivamente dalla guerra avrà comunque ospitalità».
Ultimo aggiornamento: 11:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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