Minzolini, il Senato accoglie le dimissioni. L'ex direttore: è tornata la paura

Giovedì 20 Aprile 2017
Minzolini, il Senato accoglie le dimissioni. L'ex direttore: è tornata la paura
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L'Aula del Senato ha accolto con voto segreto le dimissioni presentate dal senatore di FI, Augusto Minzolini. I sì sono stati 142, 105 i no, e 4 gli astenuti.

Il voto di oggi arriva dopo che l'aula aveva respinto, il 16 marzo scorso, la decadenza proposta dalla giunta delle immunità a norma della legge Severino per la condanna sulle nte spese della Rai quando era direttore del Tg1.

Minzolini, prima del voto di Palazzo Madama sulle sue dimissioni, ha preso la parola per ringraziare «tutta l'aula nella sua interezza» per averlo salvato il 16 marzo scorso dalla decadenza, dando atto anche al Pd di aver lasciato in quell'occasione libertà di coscienza, e per invitare il Senato adesso a «non avere paura», parafrasando la frase di Giovanni Paolo II «non abbiate paura». Quella del 16 marzo, insiste Minzolini, «è stata una bella pagina» perché «il Senato è tornato ad assumere il ruolo che gli compete», «è stata una prova di coraggio di non poco conto». 
 



Poi, dopo il voto, Minzolini ha commentato: «Non mi aspettavo l'esito sulla decadenza, qui in Senato invece è tornato l'accordo politico, la paura, e questa non fa bene alle istituzioni». «Mi sento bene, sollevato, mi sembra come l'ultimo giorno di scuola. La presenza all'interno delle istituzioni ha senso se uno può esprimere le proprie posizioni, altrimenti non ha senso starci», ha aggiunto.

«So bene che per le votazioni riguardanti le persone il regolamento del Senato prevede il voto segreto e che questa prescrizione non può essere contraddetta neanche con un voto dell'Aula. Ma sarebbe molto utile, per la dignità del Senato, essere chiamati oggi a votare con voto palese. Nel Parlamento italiano il voto segreto ha perso gran parte del suo valore. Ormai serve ben poco a proteggere l'espressione libera dei parlamentari chiamati a esprimersi su questioni che attengono alla loro coscienza e sulle quali il voto dev'essere messo al riparo sia dal mandato imperativo del partito d'appartenenza, sia da pressioni irragionevoli della pubblica opinione». Così, nell'Aula del Senato, il capogruppo del Pd, Luigi Zanda, è intervenuto sulle dimissioni del senatore Minzolini. Zanda ha poi sottolineato che i Dem avrebbero votato per accogliere le dimissioni del senatore di FI.

«Per la coerenza rivendicata proprio da Minzolini non possiamo che dare voto favorevole alle sue dimissioni perché ne vale della credibilità delle singole persone». Così nell'Aula di palazzo Madama la presidente del gruppo Misto Loredana De Petris ha annunciato il sì di Sinistra Italiana alla richiesta di dimissioni del senatore di FI. «Non possiamo far finta che non ci sia una legge - ha aggiunto De Petris riferendosi alla legge Severino - e allora ognuno di noi o si assume la responsabilità di cambiarla, quella legge, se non va bene, o la rispetta».

Con un voto sorprendente perché giunto subito dopo l'ok alle dimissioni di Minzolini, l'aula ha poi invece respinto le dimissioni del senatore ex M5S Giuseppe Vacciano. I contrari sono stati 129, 90 i favorevoli e 7 gli astenuti. Quella su Vacciano è stata la quinta votazione sulle dimissioni presentate oltre due anni fa.

 

Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 13:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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