Presenti, autorevoli e uguali solo a se stessi. Politicamente, nè sovranisti alla Orban né draghiani. Anzi, se possibile, modello per gli altri che verranno. Così Giorgia Meloni istruisce i suoi parlamentari che si insediano alla Camera e al Senato per la nuova legislatura.
Meloni, il messaggio agli alleati
In oltre mezz'ora di discorso la presidente di Fratelli d'Italia non cita gli altri leader né fa nomi di ministri. Ma inevitabilmente il pensiero corre alle polemiche sulla senatrice Licia Ronzulli che Silvio Berlusconi vorrebbe ministra. Perciò il Cavaliere è categorico: «Non esistono, non possono esistere, fra partiti alleati, veti o pregiudiziali verso qualcuno», sentenzia in un'intervista al Giornale. E garantisce: «Non procederemo con il manuale Cencelli».
Le priorità
Alleati a parte, Meloni va dritta per la sua strada e la indica ai 'suoì. Loro la accolgono con una standing ovation nell'aula dei gruppi parlamentari, lei ricambia con una cravatta agli uomini e un foulard per le donne. Stesso colore blu regimental e un piccolo Tricolore. Poi va al sodo sul profilo degli eletti. Sa che saranno passati ai raggi X per quello che diranno o faranno. Perfino per come vestiranno. Da qui il monito alla sobrietà, nel dress code e nei contenuti. Così il giorno dopo il suo videomessaggio agli amici spagnoli di Vox, la leader si smarca ancora dalla vulgata che li descrive come «mostri» o «impresentabili». Rivendica l'originalità di outsider: «Abbiamo rotto tutti gli schemi, creando diversi cortocircuiti nella sinistra e nel mainstream. Siamo una cosa completamente diversa da tutto quello che è stato visto finora». E contro il rischio di etichette, insiste: «Noi non ci ispiriamo a nessuno ma siamo la nostra storia e vorremmo essere noi domani un modello di ispirazione per gli altri». È rigorosa sulla presenza in Aula e commissioni: «Non ci sono assenze giustificate. Bisogna essere presenti e basta», scandisce. Soprattutto al Senato dove «le assenze pesano il doppio». E insiste pure sul valore di esempio: «Il rispetto delle istituzioni si fa nel concreto. No a cose stravaganti come è successo in passato» . Per Meloni contano i tempi e i temi. «Se e quando» avrà l'incarico dal Quirinale, «puntiamo a essere pronti e il più veloci possibile». Per far nascere il governo e per mettersi al lavoro partendo dalle urgenze come il caro bollette, l'approvvigionamento energetico e la legge di bilancio. Bisogna correre e lei vuole correre, per non sprecare neanche un minuto.
L'assemblea
Ad ascoltarla, parlamentari della vecchia guardia, da Ignazio la Russa ad Adolfo Urso, ai fedelissimi che l'affiancano da giorni nella trattiva per il nuovo governo. Molte le 'matricolè compreso l'ex pm Carlo Nordio che non nasconde l'emozione. E dribbla così le voci di un suo approdo al ministero della Giustizia: «Sono già abbastanza emozionato per questa prima esperienza per avere altri tipi di emozioni». Svicola pure Guido Crosetto, co-fondatore del partito, fedele al no comment che ripete da giorni. Emozione ed entusiasmo tra le new enty come Grazia Di Maggio, la più giovane del gruppo: 28 anni a novembre e pronta a seguire le indicazioni avute, anche sul silenzio.