M5s, chiusa indagine su firme false a Palermo: anche deputati tra i 14 indagati

Giovedì 9 Febbraio 2017
M5s, chiusa indagine su firme false a Palermo: anche deputati tra i 14 indagati
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La Procura di Palermo ha chiuso l'inchiesta sulle firme false di Palermo che vede indagate quattordici persone, tre deputati nazionali e due deputati regionali, oltre a un avvocato, attivisti e il cancelliere del Tribunale. Il Procuratore aggiunto di Palermo Dino Petralia e la pm Claudia Ferrari hanno firmato oggi la chiusura dell'indagine avviata lo scorso autunno su presunte irregolarità che sarebbero state compiute alle elezioni amministrative del 2012. I magistrati sarebbero orientati a chiedere i rinvio a giudizio per tutti i quattordici indagati: la deputata Giulia Di Vita, Pietro Salvino, quest'ultimo il marito dell'altra parlamentare Claudia Mannino, anche lei indagata, Riccardo Ricciardi, marito della deputata alla Camera Loredana Lupo (non indagata), che ha materialmente presentato le liste al Comune.

E ancora il deputato Riccardo Nuti, tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti ai pm e si sono anche rifiutati di sottoporsi all'esame della calligrafia.
Indagati anche i deputati all'Ars Giorgio Ciaccio e Claudia La Rocca. I due si sono subito autosospesi dal M5S e hanno collaborato, fin dall'inizio, con i magistrati. La Rocca è stata la prima a presentarsi in Procura raccontando cosa era accaduto la notte del 3 aprile 2012 nella sede del meetup di via Sampolo, a Palermo, la notte del grande pasticcio attorno a 1900 firme per la presentazione della lista alle Comunali. Anche Ciaccio accusa i suoi colleghi di aver organizzato e realizzato la falsificazione delle firme, per rimediare a un errore formale in alcuni moduli. È il giovane parlamentare grillino Ciaccio a chiamare in causa i deputati Nuti e Mannino. Un contributo alle indagini è arrivato anche da altri indagati, tutti attivisti, Giuseppe Ippolito e Stefano Paradiso.
 
Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 14:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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