Grillo: sono stanchino. Caos 5 stelle:
nasce il direttorio, movimento in rivolta

Sabato 29 Novembre 2014
Grillo: sono stanchino. Caos 5 stelle: nasce il direttorio, movimento in rivolta
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La guida del M5s passa a un "direttorio" di 5 deputati scelti che affiancheranno Beppe Grillo nella conduzione del movimento per «ripartire con più energia ed entusiasmo». «Il M5S ha bisogno di una struttura di rappresentanza più ampia di quella attuale» annuncia il leader dal Blog che cita Forrest Gump e scherza: «Io, il camper e il blog non bastiamo più. Sono un po' stanchino...».



A coadiuvare il leader nella nuova stagione del «M5s.2» Grillo («Siamo pronti a costruire il futuro») chiama un gruppo di fedelissimi: Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia. Ma vuole anche che la loro incoronazione avvenga dalla rete. Il blog si esprime ed è un plebiscito: il 91,7% dei votanti (oltre 37 mila) dà l'ok ai cinque. L'operazione, che suscita però forti malumori tra i parlamentari già fiaccati dall'improvvisa decisione di espellere Artini e Pinna, è così blindata.



A poco servono, a questo punto, le proteste che in tanti si riservano di esprimere in una riunione che viene in fretta e furia convocata alla Camera per la serata. Non sono solo i dissidenti, infatti, a non gradire la procedura d'imperio con cui i vertici pentastellati hanno per due giorni consecutivi scavalcato il parere dei parlamentari. Gli stessi nominati si sarebbero trovati in forte imbarazzo per l'improvvisa sterzata: qualcuno racconta di un Luigi Di Maio con le mani tra i capelli quando ha saputo dell'avvio dell'annuncio sul blog che avviava la consultazione anche sul suo nome.



Anche la base, che poi voterà per il sì, apprezza il merito ma contesta il metodo: «È questa la democrazia diretta di cui ci vantavamo?» si lamentano in tanti. È la linea che lascia interdetti anche tanti parlamentari sempre ultraortodossi. Per l'area, sempre più vasta, di scontenti però la doppietta espulsioni-direttorio suona come una sfida all'ultimo sangue. Ferdinando Alberti e Daniele Pesco arrivano a minacciare le dimissioni in caso di vittoria dei sì. Patrizia Terzoni lancia un appello ai 5 nominati affinché prendano «posizione contro questo comunicato. Se vince il sì diventeremo un partito ed io non voglio far parte di un partito!».



Tiziana Ciprini, ribattezzata la «Generalessa» dai suoi colleghi per la pervicacia con cui difende il metodo 5 Stelle, è furibonda: si scaglia contro «svolta del cancellino - ex predellino - di Bibbiona» e, conscia delle conseguenze che potrebbe avere il suo mettersi di traverso, si firma su Fb: la «vostra deadwomanwalking Tiziana Ciprini, sui tacchi sempre. Sbattitacchi mai». Vota quindi no come pure Giulia Sarti: «Nulla da eccepire sulla scelta ma il metodo per arrivarci non può essere questo».



Anche Tancredi Turco prende atto della forzatura: «Un direttorio scelto in questo modo non va bene. Ora basta errori». Regolamento alla mano molti eletti contestano la decisione di bypassare l'assemblea parlamentare per la decisione sulle espulsioni e oggi ironizzano sul "Non Statuto" del M5s che a proposito dell'organizzazione del Movimento recita: «Senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi».
Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 10:22

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