M5S: Genova, Padova e L'Aquila, tutte le grane politiche e giudiziarie del Movimento

Martedì 11 Aprile 2017 di Stefania Piras
Il M5S verso le amministrative

Ci sarà un candidato sindaco del M5S a Genova? Molto probabilmente no dopo le grane giudiziarie che hanno investito i protagonisti pentastellati del capoluogo ligure. Riassunto delle puntate precedenti: Marika Cassimatis aveva vinto le comunarie online votata dagli iscritti genovesi ma Beppe Grillo ha deciso d'imperio di non concederle il simbolo e di far votare una seconda volta tutti gli iscritti nazionali per scegliere tra Luca Pirondini e la possibilità di non presentare alcuna lista M5S alle elezioni. Cassimatis ha fatto ricorso contro queste decisioni e il giudice lo ha accolto totalmente. Nel frattempo Cassimatis è stata sospesa e dunque non ha piena agibilità per potersi candidare, anche dopo il pronunciamento favorevole del giudice del Tribunale di Genova. E d'altronde Grillo è stato chiaro sul blog: «Marika Cassimatis non è e non sarà la candidata sindaco del Movimento 5 Stelle a Genova».

«Credo che il caso Genova sia una questione nata male da parte della Cassimatis. Mi dispiace che si sia andati a finire in tribunale. Se una persona si vuole candidare col Movimento lo faccia ma deve avere anche grande rispetto del progetto politico col quale si candida. Se invece ti vuoi candidare ma ne vuoi sempre parlare male, è chiaro che non ti ritrovi all'interno di una famiglia». Così il deputato all'Ars del M5S Giancarlo Cancelleri ha commentato la vicenda dell'ex candidataMarika Cassimatis. Sulla possibilità che il Movimento, dopo la decisione del tribunale di Genova di accogliere il ricorso della Cassimatis, decida di non partecipare alle elezioni, Cancelleri conferma la situazione di forte incertezza: «Potrebbe anche accadere. Ci penserà il garante del Movimento».

Negli altri territori la situazione non è più serena. A L'Aquila, importantissimo e simbolico capoluogo regionale, tutto tace e potrebbe non essere certificata nessuna lista nonostante alla Casaleggio ne siano arrivate già due contrapposte. I meetup sono tre e  sono divisi. Come spesso accade ci sono gruppi di attivisti che sostengono parlamentari già eletti, in questo caso la senatrice Enza Blundo, e i meetup che non risparmiano critiche anche molto aspre e si rifiutano di coinvolgere i portavoce nel percorso di selezione delle candidature.

A Padova lo sconfitto alle comunarie, il 22enne Leonardo Forner ha chiesto che le votazioni siano ripetute poiché espletate senza preavviso di 24 ore. Questo è il motivo con cui Beppe Grillo ha annullato le votazioni che hanno incoronato Marika Cassimatis seminando il dubbio in tutte le altre città che se non c'è preavviso si possa e si debba rifare tutto da capo. Un dubbio coltivato, come è facile intuire, dai gruppi pentastellati usciti perdenti da quelle votazioni. Come a Padova, appunto, dove il candidato sindaco che ha vinto, Simone Borile, sta già subendo un accesissimo fuoco amico. Il gruppo del Movimento 5 stelle Giovani di Padova ha già fatto capire che non lo sosterrà. Il pretesto è la decisione di Borile di inaugurare la campagna elettorale proprio tra i giovani studenti universitari. Questa è l'accoglienza dei giovani pentastellati: «Il M5S Padova Gruppo Giovani prende le distanze dalla iniziativa del sig. Borile come prima tappa della propria campagna elettorale e sostenuta solo in parte dal gruppo di Padova. La mensa Piovego dell'Universitá degli studi di Padova è luogo di riposo e svago per gli studenti padovani. Politicizzarla è quindi un atto patetico e poco consono ai valori del Movimento 5 Stelle.  Prendiamo fortemente le distanze dall'iniziativa personale del signor Borile che reputiamo vergognosa. Sottolineamo inoltre come la lista proposta dal signor Borile non abbia ancora ottenuto la certificazione necessaria per presentare la lista e che quindi non abbia nessun titolo per presentarsi come Portavoce e candidato del M5S Padova». 

Rimaniamo in Veneto: ad Abano Terme e a Marcon, è stato appena annunciato che non ci saranno liste M5S.

Perché? Non ci sono abbastanza attivisti per formare una lista. Segno che i territori sono stati lasciati sguarniti dal Movimento nazionale. Lì la partecipazione non è cresciuta, paradosso non da poco per una forza che i sondaggi descrivono come in ascesa e al 30%. 

Ultimo aggiornamento: 20:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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