Legittima difesa, tolto il riferimento alla "notte". Ma in Senato serve il sì di FI

Sabato 6 Maggio 2017 di Sara Menafra
Legittima difesa, tolto il riferimento alla "notte". Ma in Senato serve il sì di FI
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Si cambia, ma in verità si archivia. Il nuovo testo sulla legittima difesa è destinato ad essere ulteriormente modificato almeno nel punto più controverso, quello in cui si fa riferimento alle aggressioni “notturne” ma molto probabilmente il suo destino sarà un inesorabile binario morto visto che al Senato Pd e Ap non hanno i voti necessari a far passare alcunché.

LA PROPOSTA
Dopo lo scontro interno e, soprattutto, dopo la bacchettata arrivata da Matteo Renzi in persona che l’altra sera, direttamente dal web, ha «invitato i senatori a valutare di correggere la legge», al momento, l’idea del Partito democratico è minimizzare il problema. Lo spiega il responsabile giustizia David Ermini che si era incaricato di cucire la mediazione con i centristi: «Se la parola notte è l’elemento su cui ci devono fare una campagna elettorale contro, togliamola», dice facendo notare che il riferimento alle ore notturne era presente nei testi proposti da Fdi e in quelli di Maurizio Lupi, votati anche da Forza Italia e che il problema è stata la «percerzione» delle modifiche fatte. Perché l’attenzione ha finito per concentrarsi sulle aggressioni nelle ore notturne, come se il testo non avesse rafforzato anche altre cause di giustificazione del reato.

L’idea, per il momento è dunque eliminare dall’articolo 52 appena sfornato la frase in cui si fa riferimento a «la reazione a un’aggressione commessa in tempo di notte» e cassare anche quell’«ovvero» che alcuni considerano fuori luogo. Il testo finale farà riferimento solo alla reazione «a seguito dell’introduzione nei luoghi ivi indicati con violenza alle persone o alle cose ovvero con minaccia o con inganno».

IL DESTINO
Salvo miracoli, non basterà. Pd e Ap al senato non hanno i numeri per farlo approvare, Mdp è contraria ad ogni modifica all’attuale formulazione dell’articolo 52 - come pure gli orlandiani che avevano votato la mediazione solo per evitare polemiche - e Forza Italia non vuol più saperne di convergere con il centrosinistra su argomenti così centrali per l’elettorato leghista. All’interno del Pd, la parte più scettica sul testo elaborato mediando con i centristi considera «peggiorativa» l’eliminazione del riferimento alla notte, sebbene il comma tenesse insieme anche altre ipotesi.

Il problema principale, però, è che la mediazione con Forza Italia a questo punto si allontana. Alla Camera, gli azzurri avevano scelto di approvare solo alcune parti del nuovo testo (compreso l’articolo 52) ma, visto lo scontro in atto, difficilmente faranno lo stesso anche a palazzo Madama: «Abbiamo avuto un atteggiamento collaborativo nel tentativo di migliorare il testo ma resta la nostra contrarietà all’impianto generale - dice la capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini - così com’è quel testo è invotabile».

LA LEGA
Ovviamente, a cavalcare la polemica è Matteo Salvini: «Se vanno avanti con questa schifezza raccogliamo le firme per un referendum per cancellarla». E si accanisce contro il partito di maggioranza: «Come fa il Pd ad approvare una norma il giovedì e il venerdì a dire il contrario? Ormai il governo e la maggioranza sono allo sbando, che si torni a votare».

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Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 08:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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