Grillo: «Macron vero amore francesi? Sarà governo banche»

Lunedì 8 Maggio 2017 di Stefania Piras
Il riposizionamento
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I segnali di riposizionamento repentino si affollano all'indomani della vittoria francese di Emmanuel Macron. Il primo a fare un post su facebook super istituzionale con tanto di bandiera europea alle spalle è stato in tarda serata il capogruppo degli Esteri M5S Manlio Di Stefano, impegnato tra l'altro a correggere il tiro di certe sfuriate al limite dell'antisemitismo piovute sulla sua bacheca sui temi filopalestinesi a lui cari. Di Stefano ha fatto i complimenti a Macron e dice che «il MoVimento 5 Stelle è pronto a collaborare per un'Europa a misura di popolo, dove giustizia sociale ed equità siano i protagonisti». Ma elettori M5S  e attivisti non l'hanno presa benissimo e hanno inviato molti commenti critici e disorientati. Leggiamone qualcuno: «Manlio..... porca miseria», «Ma perché prima di aprire bocca non accendi il cervello?? Questo è uomo di Rotschild e Soros. ..Come puoi augurarti di collaborare con questi vampiri e criminali?», «Chi vi capisce è veramente bravo. Passate dai neonazisti svedesi ai centristi di Europa di ALDE, per poi tornare con Farage, e adesso complimentarvi con Macron, uomo d'élite e banchiere (il Renzi di Francia)», «Manlio, l'Europa deve cadere!!! Dai, siamo seri», «Manlio Di Stefano tutto questo sbrodolamento di facciata potevi risparmiartelo....Macron è un burattino».

Quando vinse Donald Trump negli Stati Uniti, Beppe Grillo pubblicò un video sul blog dai toni entusiastici rivelando una similitudine di visioni e di rottura soprattutto con l'establishment.Lo chiamò affettuosamente "Pannocchia" per via dei capelli e disse che era pronto a scommettere che avrebbe cambiato idea in corsa su molti temi, una volta insediato alla Casa Bianca. 
Con la vittoria di Macron anche Grillo ha dovuto elaborare una riflessione che giocoforza rimetterà in discussione molti temi ma che non rinuncia all'artiglieria anti europeista. Parlando di Macron infatti scrive sul suo blog: «A causa del suo "estremismo moderato ma poco" l'Europa vedrà un altro governo uscito delle banche».

E, a sorpresa, dice pure che dopo tutto la Francia del presidente uscente Hollande non ha fatto disastri. «Considerando - scive - che in Francia l'euro, la globalizzazione e le banche non hanno potuto fare disastri paragonabili a quelli perpetrati a danno dei diritti dei cittadini in Italia: dovrebbe essere chiaro quanto è pesante quel 34%» riferendosi al risultato di Le Pen da cui si smarca per guardare a quel «terzo dei francesi non si sente rappresentato con l'astensionismo oltre il 25% (record storico dal 1969) e con il record storico assoluto di schede bianche, il 12%». Ma anche Grillo non si riasparmia complimenti e tentativi di accreditamento verso Macron che sottolinea non può essere direttamente ascrivibile al mondo Pd: «Mi auguro che Macron, che comunque è il primo presidente a non provenire da uno dei due partiti tradizionali francesi, si impegnerà a salvaguardare il popolo che rappresenta meglio di quanto lo facciano i piddini nostrani (buoni solo a copiare gli slogan d'oltralpe). E questo mio augurio ha un motivo di fiducia: il senso dello Stato Sociale in Francia è più consolidato e la corruzione molto meno diffusa». Vive la France, vive la Republique, insomma. Un messaggio che fa infuriare gli iscritti M5S che lasciano commenti alquanto delusi sul blog. 

Tutto questo si rifletterà nella corsa verso le primarie interne del M5S dove il favorito è Luigi Di Maio. Pure lui, dopo la vittoria di Macron impasta discorsi molto più filoeuropeisti: «In generale - ha detto ai microfoni di RTL - penso che anche l'euro debba diventare più democratico, noi come Paesi membri possiamo pensare di uscire dall'UE ma non
dall'Euro». E si mette in coda per l'asse con Macron che però in campagna elettorale ha respinto con forza l'idea del referendum sull'euro proposto dall'avversaria Marine Le Pen: «Spero si possa fare squadra per cambiare un'Europa che se non cambia muore. Noi non vogliamo uscire dall'Unione Europea, la vogliamo cambiare, che significa prima di tutto un'Europa che inizi ad occuparsi della disoccupazione dei cittadini europei e della povertà in Europa». E il referendum sulla moneta unica scompare un'altra volta. 
Ultimo aggiornamento: 16:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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