Genitori Renzi ai domiciliari per bancarotta fraudolenta e false fatture. Ex premier: assurdo, non mi fate fuori così

Lunedì 18 Febbraio 2019
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Tiziano Renzi e Laura Bovoli, il padre e la madre di Matteo Renzi, sono agli arresti domiciliari per i reati di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni in relazione al fallimento di tre cooperative. L'ex premier ha annullato tutti suoi impegni, fissando una conferenza stampa per martedì alle 16 in Senato e pubblicando un messaggio su facebook in cui esprime «fiducia nella giustizia» ma definisce «assurdo e sproporzionato» il provvedimento. L'arresto dei genitori di Renzi? «Niente da festeggiare», ha commentato il vicepremier Matteo Salvini a Sassari per un comizio in vista delle elezioni regionali di domenica prossima.

La notizia dei domiciliari è stata anticipata dal Corriere. Con Laura Bovoli e Tiziano Renzi è stato arrestato anche Gian Franco Massone, vicepresidente di una delle coop. I tre sono stati nel tempo amministratori di fatto delle tre società cooperative, due delle quali dichiarate fallite. Le ipotesi di reato contestate riguardano da un lato l'emissione, tra il 2013 e il 2018, di fatture per operazioni inesistenti all'interno di una delle società e, dall'altro, un'ipotesi di bancarotta fraudolenta che sarebbe stata commessa per le due altre società cooperative tra il 2010 e il 2013.

Oltre a Tiziano Renzi, Laura Bovoli ed all'imprenditore ligure Mariano Massone, tutti e tre ai domiciliari, nell'inchiesta della procura di Firenze sono indagate altre 5 persone. Tra queste Roberto Bargigli, detto Billy, autista del camper di Matteo Renzi durante le primarie per la segreteria del Pd.

Secondo il Gip del Tribunale di Firenze, Angela Fantechi, che ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare, gli arresti domiciliari per Tiziano Renzi, 67 anni, Laura Bovoli, 68 anni, e Mariano Massone, 47 anni, si sono resi necessari perché «sussiste il concreto ed attuale pericolo che gli indagati commettano reati della stessa specie di quelli per cui si procede (tributari e fallimentari)».

Secondo il Gip, il rischio di reiterazione dei reati da parte degli arrestati «emerge dalla circostanza che i fatti per cui si procede non sono occasionali e si inseriscono in un unico programma criminoso in corso da molto tempo, realizzato in modo professionale con il coinvolgimento di numerosi soggetti, nei cui confronti non è stata avanzata richiesta cautelare, pervicacemente portato avanti anche dopo l'inizio delle indagini».

Secondo la procura di Firenze, l'inchiesta è coordinata dal procuratore Giuseppe Creazzo e condotta dall'aggiunto Luca Turco e dal pm Christine Von Borries, i Renzi avrebbero provocato il fallimento di tre cooperative, dopo averle svuotate. Il tutto sarebbe partito dalle indagini sulla 'Eventi 6' - la società specializzata nella distribuzione di materiale pubblicitario, prima intestata a Tiziano Renzi e poi passata alla moglie - e su tre cooperative (La 'Delivery', 'Europe service Srl' e 'Marmodiv').

Nell'estate scorsa gli uomini della Guardia di Finanza perquisirono due delle tre cooperative acquisendo molto materiale e nell'ottobre scorso il pm Turco avrebbe chiesto il fallimento della Marmodiv. Proprio dal materiale sequestrato nel corso di quelle perquisizioni, i magistrati si sarebbero fatti la convinzione del reato di bancarotta fraudolenta che oggi ha portato all'arresto.

I problemi giudiziari di Tiziano Renzi e Laura Bovoli cominciarono quando iniziò l'ascesa del figlio dopo l'esperienza come sindaco di Firenze. La prima inchiesta che li vide indagati partì da Genova nel 2014 e poi il padre dell'ex premier entrò nell'inchiesta Consip, dalla quale però è uscito con un'archiviazione. Anche altre procure si sarebbero occupate dell'attività delle loro società e delle cooperative o di personaggi a loro legati. Tra queste la procura di Cuneo e quella di Trani. Proprio da Cuneo, secondo quanto appreso, sarebbero arrivati altri faldoni che i pm fiorentini hanno potuto utilizzare per avanzare l'accusa di aver causato il fallimento delle stesse cooperative.

Nell'ottobre scorso Tiziano Renzi annunciò di voler lasciare tutti gli incarichi nelle società e di ritirarsi a vita privata. Un mese prima il gup di Firenze Silvia Romeo, li aveva rinviati a giudizio per emissione di fatture false insieme all'imprenditore degli outlet di lusso Luigi Dagostino. La prima udienza di questo processo è fissata per il 4 marzo 2019. 


«Mai vista una cosa del genere: arresti domiciliari a due persone prossime ai 70 anni per fatti asseritamente commessi al più tardi nel 2012. Ci riserviamo ogni valutazione sul merito alla lettura completa delle carte», è il commento dell'avvocato Federico Bagattini, difensore di Tiziano Renzi e Laura Bovoli.

​Questo, invece, il messaggio di Matteo Renzi su Facebook, che avrebbe appreso dell'uscita della notizia dei genitori ai domiciliari mentre stava arrivando a Torino: «Ho molta fiducia nella giustizia italiana e penso che tutti i cittadini siano uguali davanti alla Legge. Dunque sono impaziente di assistere al processo. Perché chi ha letto le carte mi garantisce di non aver mai visto un provvedimento così assurdo e sproporzionato». «Chi ha letto le carte dice che di questa storia si parlerà a lungo e che siamo davanti a una decisione assurda. Io non ho letto le carte, aspetto le sentenze. So però ciò che hanno fatto in questi anni alla mia famiglia. E mi basta per dire che non accetteremo nessun processo nelle piazze o sul web. I miei genitori si difenderanno in aula, come tutti i cittadini. Io continuerò a combattere per questo Paese, forte della mia onestà». E poi: «Se qualcuno pensa che si possa utilizzare la strategia giudiziaria per eliminare un avversario dalla competizione politica sappia che sta sbagliando persona. Non ho mai avuto così tanta voglia come stasera di combattere per un Paese diverso e per una giustizia giusta. Chi ha letto le carte dice che di questa storia si parlerà a lungo e che siamo davanti a una decisione assurda». (Leggi il messaggio completo).


In serata l'ex premier Matteo Renzi avrebbe dovuto presentare il suo volume 'Un'altra strada. Idee per l'Italia di domani', edito da Marsilio, al Circolo della Stampa di Torino ma la presentazione è stata annullata. A comunicare ai giornalisti l'annullamento dell'incontro, dopo che si è diffusa la notizia degli arresti domiciliari dei genitori, sono stati gli organizzatori. Renzi premier avrebbe appreso dell'arresto quando si trovava già alle porte di Torino e avrebbe quindi deciso di fare marcia indietro. In sala, per assistere alla presentazione di Renzi, c'erano diversi esponenti locali del Pd, tra cui l'ex segretario regionale del partito e attuale parlamentare Davide Gariglio. «Siamo dispiaciuti e umanamente vicini a Matteo e alla sua famiglia - commenta all'ANSA Gariglio - speriamo che quando accaduto si chiarisca presto».

«Sono vicino a Matteo Renzi in questo momento difficile e doloroso e sono come sempre fiducioso che la giustizia farà il suo corso», ha detto Maurizio Martina, candidato alla segreteria del Pd. 

«La mia totale solidarietà e vicinanza a Matteo Renzi. La giustizia farà il suo corso», scrive su twitter Andrea Marcucci, capogruppo Pd in Senato.

Solidarietà anche dal sottosegretario M5S Stefano Buffagni: «I figli non devono mai pagare le colpe dei padri: Matteo Renzi ha fatto danni per la nostra amata Italia e i cittadini si sono già espressi su di lui. Sui genitori la giustizia farà il suo corso».

Sul caso interviene anche Berlusconi: «Questa cosa dolorosa non sarebbe accaduta se anche la sinistra avesse accettato di realizzare la nostra riforma della giustizia, con separazione dei giudici dai pm, che devono avere una carriera diversa», ha detto l'ex premier a Quarta Repubblica su Rete 4.

«Le parole di Matteo Renzi che, pur davanti a un provvedimento ritenuto stupefacente, ha affermato di credere nella giustizia gli fanno onore. Spero che faranno capire a tutti, anche ai più critici, lo spessore personale e morale dell'ex Presidente del Consiglio», ha detto Pier Ferdinando Casini.

Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 18:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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