Fiat, l'avvertimento di Zanonato:
«Attesa di risposte sull'occupazione»

Giovedì 6 Febbraio 2014 di Luciano Costantini
Flavio Zanonato
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Quasi si fossero messi d’accordo. Siamo senza risposte, attacca il ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, al question time. Anche noi aspettiamo risposte», denunciano i sindacati al termine dell’incontro sul contratto. A tenere la bocca cucita, in entrambi i casi, è Fiat che non avrebbe ancora fornito al governo alcuna garanzia concreta sul mantenimento dei livelli occupazionali e che, pur avendo già avviato (ma limitatamente alla parte normativa) le trattative sul rinnovo dell’accordo che riguarda 85.000 dipendenti, non è disposta a scucire un euro in più sulle buste paga.



L’esecutivo è intenzionato a chiedere all’azienda, a cominciare da Sergio Marchionne, chiarimenti e impegni precisi per l’immediato futuro. Per Letta e la sua squadra comunque un problema in più che va ad aggiungersi ai tanti sul versante della politica e dell’economia. Le parole di Zanonato sono un cartellino giallo nei confronti del Lingotto: «Non sono ancora arrivate risposte relative ai problemi occupazionali. Il nostro obiettivo è che, indipendentemente dalla sede, rimanga in Italia la produzione primaria».



LE CRITICHE

Il titolare dello Sviluppo ricorda come il gruppo sia stato «sollecitato a chiarire al più presto le prospettive degli impianti anche se tutto non è fermo». In questo senso, il ministro, ricorda i programmi relativi a Grugliasco, Cassino e Mirafiori, e il piano di ristrutturazione di Melfi. «Scelte importanti e condivisibili - ammette - ma non sono giunti riscontri sulle questioni occupazionali». «Fiat - sottolinea Zanonato ricordando l’accordo con Chrysler - è un elemento fondamentale di sviluppo industriale italiano e ha affrontato la sfida globale anche grazie alla capacità tecnica del nostro Paese». Come dire che il trasferimento del nostro know how ha un oggettivo valore che adesso merita una contropartita interna attraverso il mantenimento degli impegni assunti e ribaditi dalla casa automobilistica.



Aspettano risposte anche i sindacati sul capitolo riguardante il rinnovo contrattuale. Non c’è ancora rottura traumatica tra il Lingotto e le organizzazioni di categoria, ma certo il confronto si va surriscaldando. Nei prossimi giorni le confederazioni riuniranno le varie segreterie per decidere eventuali azioni di protestai.



Fiat, giustifica l’indisponibilità a concedere aumenti salariali con il difficile andamento del mercato dell’auto e del ricorso alla cassa integrazione. «Motivazioni che non stanno in piedi», replica il leader della Uil, Rocco Palombella. Determinate Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Quadri (la Fiom è esclusa dal tavolo): senza adeguamenti in busta paga non ci sarà alcun rinnovo del contratto. I sindacati chiedono 90 euro di aumento medio per il 2014. Poi, a fine anno, dovrebbe essere riaperto il negoziato per il biennio successivo. Fino ad arrivare a fine 2016 con l’automatico allineamento dei contratti Fiat con quelli di Federmeccanica. Le parti si sono lasciate senza fissare nuovi appuntamenti.
Ultimo aggiornamento: 7 Febbraio, 08:19

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