Expo, Sala sarebbe indagato anche per turbativa d'asta. Lui: «Profonda amarezza»

Venerdì 23 Giugno 2017
Giuseppe Sala (Ansa)
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Giuseppe Sala quando era ad di Expo avrebbe turbato la gara per la Piastra dei Servizi, l'appalto più importante per un valore di oltre 272 milioni di euro, per confezionare, in sostanza, un bando su misura dell'Associazione lombarda florovivaisti, anche su «pressione di esponenti politici della Regione», per la fornitura di alberi e arredi a verde per l'evento. È la nuova accusa a carico del sindaco di Milano, già indagato mesi fa per falso materiale e ideologico, contenuta nell'avviso di conclusione indagini, che prelude alla richiesta di processo, notificato a otto persone in tutto e due società.

«Provo solo una profonda amarezza, soprattutto pensando a quanto ho sacrificato per poter fare di Expo un grande successo» ha commentato il sindaco, respingendo l'ipotesi di un'autosospensione e spiegando che troverà «le motivazioni» per andare avanti nel lavoro. «Sono almeno 20 anni che gli atti delle inchieste si conoscono in edicola» ha detto l'avvocato Salvatore Scuto, riferendosi al fatto che la notizia della nuova imputazione sia uscita prima della notifica dell'atto da parte della Procura generale.

La presunta turbativa d'asta contestata all'ex ad in concorso con Antonio Rognoni e Pierpaolo Perez, ex dirigenti Ilspa, come si legge negli atti, prese il via da una lettera con cui l'Associazione lombarda florovivaisti chiese all'allora presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e a Sala, il 16 novembre 2011, l'affidamento «della fornitura delle essenze arboree» per il sito espositivo. Il 15 marzo 2012, una ditta venne individuata come «affidatario della fornitura» da eseguire in tandem con un socio finanziario. E già in precedenza, il 2 marzo, Sala avrebbe «senza un provvedimento formale» disposto «lo stralcio della fornitura» degli alberi, del valore di quasi 6 milioni, dal bando «per la prequalifica della gara» sulla Piastra, senza però rivedere il prezzo del maxi appalto.

Anzi, avrebbe «spalmato artificiosamente» l'importo della fornitura su «altre lavorazioni allo scopo di mantenere inalterato il valore della base d'asta» e di non fare una nuova gara. In più, l'ex ad Expo avrebbe proposto al Cda «di svolgere una gara per la ricerca di un partner per la fornitura del verde». I vivaisti lombardi, poi, non riuscirono a far fronte agli impegni e degli arredi a verde se ne occupò la Mantovani che aveva vinto il maxi appalto. Infine, uno dei due atti relativi alla commissione giudicatrice e che, secondo il pg, sarebbero stati falsificati venne sottoscritto da Sala nella «sua abitazione».

«Come sempre abbiamo fiducia in Beppe Sala e nella magistratura e riteniamo che tutto si chiarirà presto.
Il sindaco di Milano fa bene a rimanere concentrato sul governo della città come sta facendo dall'inizio del suo mandato». Così il vicesegretario del Pd Maurizio Martina, a margine di una iniziativa elettorale a Como.

 
Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 12:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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