Cgil, Camusso: «Continueremo anche con sciopero generale. Tassa su ricchezza»

Sabato 25 Ottobre 2014
Cgil, Camusso: «Continueremo anche con sciopero generale. Tassa su ricchezza»

«La giornata di oggi non è solo una fermata. La Cgil è pronta a continuare la sua protesta per cambiare il Jobs act e la politica di questo governo anche con lo sciopero generale». Lo ha detto Susanna Camusso nel corso del comizio a piazza san Giovanni che ha concluso la grande manifestazione della Cgil contro il jobs act e la manovra del governo. Non appena Camusso, all'inizio del suo intervento, ha nominato il premier Matteo Renzi, da piazza San Giovanni si sono levati fischi e cori.

«Crisi e rigore continueranno a tenere il Paese nella stagnazione e la legge di stabilità non cambia verso», ha affermato il segretario generale della Cgil, rivolgendosi al premier dal palco di San Giovanni. «Forse qualcuno pensa che l'uguaglianza sia una parola antica, per noi non lo è», ha aggiunto.

«L'articolo 18 e tutto lo statuto sono norme che difendono la libertà dei lavoratori, sono tutele concrete e non ideologie.

Sono quelle che fanno la differenza tra lavoro servile e quello moderno», ha ribadito il segretario generale della Cgil.

«Nessuno in buona fede - ha sottolineato ancora Camusso - può davvero dire che togliere l'articolo 18, togliere la tutela della professionalità con il ridimensionamento, installare telecamere che osservano i lavoratori serva per la crescita. Nessuno davvero in buona fede può sostenere che l'articolo 18, il licenziamento senza giusta causa sia un totem ideologico».

Con la delega sul lavoro del governo non si uscirà dalla crisi. «Altri ci hanno provato ma hanno fallito», ha detto il segretario generale della Cgil, contestando le modifiche a ribasso sui diritti nel lavoro. «Non si esce dalla crisi - ha detto - punendo il lavoro. La Costituzione dice - ha aggiunto Camusso - che bisogna stare dalla parte di chi è più debole e non dare vantaggi a chi è più forte».

La Cgil è tornata poi a chiedere al governo una tassa sulle grandi ricchezze, progressività e giustizia fiscale e ha avvertito avverte che «non si può fare la guerra tra poveri». Secondo Camusso il governo sta facendo una politica priva di coraggio.

«Si può e si deve fare una tassa sulle grandi ricchezze», ispirata da «principi di giustizia sociale», ha poi affermato Camusso. «Noi siamo l'unico Paese europeo che non ha una tassa sulle grandi ricchezze. Da lì, da quelle risorse potremmo avere subito un piano di lavoro per posti concreti e qualificati, da lì si generano gli investimenti. Sarebbero posti di lavoro che curano il Paese, che producono innovazione».

«Vogliamo dire al premier Renzi, stai sereno, non abbiamo rimpianti sulla concertazione», ha detto poi il segretario generale Cgil. «Lunedì abbiamo l'incontro con il governo sulla stabilità, Renzi ha già richiuso la sala verde e ci dà appuntamento al ministero del Lavoro. Vogliamo dirgli stai sereno. Non abbiamo rimpianti sulla concertazione. Per farla bisogna condividere gli obiettivi per il Paese e noi i suoi non li condividiamo».

«Questa piazza non è una passerella di qualcuno per vedere chi c'è o non c'è, è una piazza del lavoro e rivendica risposte», ha poi osservato il leader dela Cgil, stigmatizzando le dichiarazioni di Renzi come non rispettose. Il premier ha parlato della Leopolda come luogo dove c'è chi crea lavoro.

L'ultimo applauso della gremitissima piazza San Giovanni se lo è aggiudicata la frase urlata da Camusso: «al lavoro alla lotta».

Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 10:23

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