Casini lancia Centristi per l'Europa: unire i moderati o il Paese va a Grillo e Salvini

Sabato 11 Febbraio 2017
Casini lancia Centristi per l'Europa: unire i moderati o il Paese va a Grillo e Salvini
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«È necessario unire i moderati per evitare di consegnare il Paese a Grillo e Salvini». Lo dice il leader centrista Pier Ferdinando Casini nel giorno dell'assemblea fondativa del movimento "Centristi per l'Europa". «È un appello - dice ancora Casini - che faccio ai giovani: unitevi. Questo movimento che nasce è un atto di coraggio: senza Europa non ce n'è per nessuno, anche se è chiaro che va cambiata». Casini sottolinea come «il populismo non sia una risposta. Vediamo la Raggi a Roma...Incompetenza, dilettantismo».

Al teatro Quirino di Roma c'è anche lo striscione da "Bronte, città del pistacchio". «Già, c'è anche chi è venuto dalla Sicilia perché siamo un po' maniaci...», scherza Casini. «Non un ennesimo partitino», dice dal palco l'ex presidente della Camera. Ma un movimento che nasce con un obiettivo preciso: fare argine al «populismo di Grillo e Salvini».

Il simbolo, non ancora depositato, è stato presentato stamattina e dovrebbe essere già in campo per le amministrative di primavera. Coordinatore della formazione centrista sarà Giampiero D'Alia. Casini, padre nobile, dispensa consigli, maglione blu e posa casual, seduto sui gradini del palco con il microfono in mano. «Il nostro è un movimento che non è fatto solo da vecchietti come me e D'Onofrio... Abbiamo sindaci, giovani sindaci». 

«Vi vorrei dare qualche consiglio. Il primo è quello di non parlare retoricamente dell'Europa, perché così i voti non si prendono» ma, al netto delle mancanze, l'Ue «è l'unica risposta possibile» in un mondo globalizzato e di fronte a «un flusso epocale» di migranti. E questo va rivendicato di fronte al populismo di Grillo e Salvini. Il leader della Lega che «va in tv con i moon boot per far vedere che è stato nei luoghi del terremoto - attacca Casini - fa venire il latte alle ginocchia. Un incompetente, ci fa rimpiangere Bossi... E non ha ancora capito che sta lavorando per Grillo. È Grillo che andrà all'incasso». 

Un accenno anche a Silvio Berlusconi. «I grandi partiti sono in crisi. Forza Italia era al 30 per cento fino a qualche anno fa. Ora si festeggia se un sondaggio dice che stanno al 13...». E il colpo di grazia sarebbe l'alleanza con la Lega. «È chiaro - dice ancora Casini - che se Berlusconi fa un'alleanza con Salvini vuol dire che Salvini diventa il leader del centrodestra... mi auguro di no».

E poi i 5 Stelle. «Per le modalità con cui sta governando la Raggi, chiunque sarebbe stato preso a calci nel sedere. Ma per la Raggi ci sono sempre giustificazioni... Contro il dilettantismo e l'incompetenza» che stanno dimostrando i grillini «mettiamo assieme i moderati», dice Casini.

Il presidente della commissione Esteri del Senato riserva anche un passaggio a Matteo Renzi. «Da Renzi voglio capire una cosa: il Jobs Act lo ha fatto solo per promuovere la sua immagine tra i moderati e quei contenuti li rinnega perché, visto che è in difficoltà, si butta in una coalizione sbracata a sinistra?», si mette con chi «come Pisapia» certe riforme del governo Renzi «le ha sempre contrastate?».

E quindi si arriva alla legge elettorale. Dice il ministro Gianluca Galetti: «Serve il premio alla coalizione perché questo permetterà alla prossima legislatura di avere un elemento di governabilità indispensabile». E Casini osserva con rammarico: «La proporzionale... Per anni abbiamo sempre sostenuto la proporzionale e arriva proprio adesso che i grandi partiti non ci sono più».


 

Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 09:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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