Leonardo La Russa, l'avvocato: «Ha consegnato subito sia il cellulare che la sim, dalla famiglia piena collaborazione»

Adriano Bazzoni, che difende il figlio del presidente del Senato dalle accuse di violenza sessuale: «È scelta dei pm in questo come in ogni altro caso invece decidere cosa acquisire»

Lunedì 17 Luglio 2023
Leonardo La Russa, il legale: «Ha consegnato subito sia il telefono che la sim, dalla famiglia piena collaborazione»

Non è stato Leonardo La Russa, il figlio del presidente del Senato Ignazio, a decidere di consegnare solamente il cellulare e non la sim del suo telefono dopo le accuse di violenza sessuale di un'amica di 22 anni. Lo ha spiegato il suo legale, Adriano Bazzoni: «Posso tranquillamente confermare che Leonardo La Russa alla richiesta di esibire e consegnare il cellulare, benché detenuto in quel momento dalla mamma, si è attivato per poterlo consegnare immediatamente alla mia presenza.

Ha consegnato contemporaneamente sia il cellulare che la Sim in esso contenuta. Di sicuro la collaborazione del ragazzo e della famiglia è stata totale ed esplicitamente apprezzata. È scelta dei pm in questo come in ogni altro caso invece decidere cosa acquisire».

Leonardo La Russa, sequestrato il cellulare: al setaccio chat e foto. Il giallo della sim e il messaggio (su Instagram) alla ragazza due giorni dopo la serata

La decisione della Procura di Milano: restituita la sim

È stata quindi della Procura di Milano la decisione di restituire la sim perché intestata allo studio legale di cui fa parte come avvocato Ignazio La Russa e quindi ritenuta protetta da immunità parlamentare. Al suo interno, infatti, potrebbe contenere dati sulle comunicazioni del presidente del Senato a differenza del telefonino, che è risultato ad uso esclusivo personale del giovane. 

 

Le indagini

L'inchiesta è entrata in una fase delicata: in settimana dovrebbe infatti essere effettuata la copia forense dello smartphone sequestrato al terzogenito del presidente del Senato Ignazio. Il cellulare è stato sequestrato perché nella sua «esclusiva disponibilità», non la sim, intestata allo studio legale dell'ex ministro. Se servirà anche la scheda, la Procura dovrà chiedere l'autorizzazione al Senato come prevede l'articolo 68 della Costituzione, che sancisce l'immunità parlamentare per chi è eletto alla Camera e a Palazzo Madama. Ed è proprio sull'immunità parlamentare che Stefano Benvenuto, l'avvocato della ragazza, chiede di fare particolare attenzione, per evitare il rischio di non poter utilizzare elementi che saranno eventualmente trovati. «Confido - ha detto - che ogni passo venga compiuto in rispetto anche all'art 68 della Carta costituzionale laddove viene imposta una specifica autorizzazione alla Camera al fine di procedere ad eventuali sequestri attinenti comunicazioni, conversazioni riguardanti membri del Parlamento». «Ciò lo evidenzio - ha aggiunto - solamente affinché venga fugato qualunque rischio di inutilizzabilità nel processo di merito. Confido certamente nel costante operato della magistratura».

Un invito quindi alla cautela nelle prossime fasi dell'inchiesta affidata alla pm Rosaria Stagnaro e all'aggiunto Letizia Mannella, mentre il padre della giovane ha chiesto al presidente del Senato e al figlio di consegnare la scheda telefonica. «Prendo atto della mancata spontanea consegna della sim del telefono coinvolto. Vista la delicatezza degli eventi, ritengo che questo fatto sia la dimostrazione di una volontà di nascondere qualcosa» ha dichiarato con l'augurio che «si smetta di fare politica e che non si accusi la seconda carica dello Stato, dando priorità alla sola ricostruzione della verità dei fatti».

Per ricostruire i fatti, una volta fatta la copia forense del cellulare di Leonardo, si deciderà di comune accordo con le parti come procedere definendo delle parole chiave per le ricerche da eseguire sul telefono. Inquirenti e investigatori che stanno lavorando al caso ritengono di poter ottenere spunti per accertare quanto è accaduto sia durante la serata all'Apophis, il club esclusivo dove i due giovani un tempo compagni di scuola si sono incontrati la notte fra il 18 e 19 maggio dopo essersi persi di vista sia nelle ore successive. La ragazza ha messo nero su bianco, di avere «ricordi della notte vaghi in quanto drogata. L'unico dato certo che posso riferire - è scritto nella querela - è che Leonardo mi ha dato un drink, mi ha portato a casa sua, senza che io fossi nelle condizioni tali da poter scegliere» e poi «ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali, lui e l'amico, sempre a mia insaputa». Un racconto ancora tutto da verificare e che il giovane La Russa ha sempre smentito dicendo che la scelta di andare a casa sua era «condivisa».

Ultimo aggiornamento: 18:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA