Impagnatiello, l'amante in aula in lacrime: «Mi convinse ad abortire ma ne soffro ancora». La mamma di Giulia: «Alessandro mi fece una buona impressione»

La 23enne italo-inglese davanti alla Corte d'Assise di Milano: "Quanti inganni". La sorella di Giulia: "Ergastolo"

Giovedì 7 Marzo 2024 di Marta Giusti
Impagnatiello, l'amante in aula (con il paravento): «Mi disse che aveva lasciato Giulia Tramontano»

Delitto Giulia Tramontano, nuova udienza. In aula la testimone-chiave, l'amante di Alessandro Impagnatiello coperta da un paravento perché non si veda il suo volto. «All'inizio sapevo che Giulia viveva in casa con lui, ma da dicembre, gennaio scorso in poi mi diceva che non stavano più insieme - ha raccontato - Quando l'ho conosciuto ero consapevole che era fidanzato, ma poi mi aveva detto che si erano lasciati, che non voleva più stare con lei e che non erano più felici nella relazione». 

L'amante di Impagnatiello, l'udienza

«Ho deciso io di abortire, perché non stavo bene, e io per questo, comunque, ci soffro ancora».

Lo ha spiegato, prima rispondendo al pm con il volto rigato dalle lacrime e poi anche con precisazioni al legale di parte civile Giovanni Cacciapuoti, la 23enne con cui Alessandro Impagnatiello aveva una relazione parallela. L'ex barman è imputato per omicidio pluriaggravato per aver ucciso con 37 coltellate a Senago, nel Milanese, la fidanzata Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, il 27 maggio dello scorso anno.

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Lei esce dall'aula, Impagnatiello a capo chino

Nel corso della testimonianza della ragazza l'aggiunto di Milano Letizia Mannella e il pm Alessia Menegazzo hanno letto e mostrato alcune chat dei dialoghi tra la 23enne e Giulia, hanno fatto ascoltare audio vocali che le due si sono scambiati e proiettato un video che riprendeva Impagnatiello e la ragazza italo-inglese. Nei passaggi più delicati la testimone ha chiesto di poter uscire dall'aula e, poi, nella seconda parte della deposizione, però, ha acconsentito a che venisse tolto il paravento messo a sua protezione, mentre l'ex barman rimaneva sempre col capo chino nella gabbia.

L'incontro con Giulia Tramontano

«Ho capito, poi, che Giulia era ancora presente verso marzo, aprile e che lui non era da solo, quando era andato in vacanza a Ibiza e ho visto sul suo telefono delle sue foto con lei», ha spiegato ancora. «Ti prego salvati appena puoi. Ora voglio e devo salvare te e il tuo bimbo». Lo scrisse la 23enne italo-inglese, dialogando con messaggi con Giulia, verso le 14.30 del 27 maggio, prima di incontrarla per confrontarsi sugli inganni del barman, poche ore prima dell'omicidio. Il lungo scambio di messaggi ci fu «appena dopo la chiamata che le feci, prima dell'incontro con lei». La teste ha spiegato: «Volevo salvarla da una persona che non era onesta».

IL VIDEO E IL PIANTO

Per la prima volta Alessandro Impagnatiello alza lo sguardo in aula e lo fa quando sul proiettore vengono mostrate le immagini della festa per annunciare il sesso del bambino che la coppia aspettava. Pochi secondi di video mostrano la casa di Senago dove la 29enne verrà uccisa a coltellate e l'imputato singhiozza dietro le sbarre.

La storia tra i due 

La deposizione è iniziata col racconto di quando lei ha conosciuto Impagnatiello nel giugno 2022 all'Armani hotel di Milano, dove lui faceva il barman e lei la cameriera, con la loro relazione iniziata «a settembre». Passo passo, rispondendo alle domande, la testimonianza è arrivata fino a quella sera del 27 maggio quando Impagnatiello, che aveva già ucciso Giulia, tentò di entrare anche in casa della 23enne, che non gli aprì e gli parlò dalla finestra. Aveva «paura» di lui, come aveva già messo a verbale, ed era «preoccupata per Giulia», mentre lui era «molto agitato». Stando alle indagini dei carabinieri, il 30enne avrebbe potuto anche uccidere l'altra ragazza quella sera. Ragazza che, come lei stessa ha raccontato, aveva raccolto «le prove dei suoi inganni».

Il post della sorella di Giulia

«Una sola condizione: ergastolo a vita». Lo scrive su Ig Chiara Tramontano, sorella di Giulia, a un'ora dall'inizio della terza udienza del processo a carico di Alessandro Impagnatiello per l'omicidio della fidanzata 29enne incinta al settimo mese. Condividendo un vecchio post della vittima in cui scriveva «l'uomo potrà sfuggire alla giustizia umana, non a quella divina», Chiara aggiunge: «Davanti alla corte la verità si svelerà col tempo, per Giulia, la giustizia trionferà. Non temere, la tua voce risuonerà forte, affinché il mondo sappia: l'amore non muore. Lotta con fierezza, non arrenderti, Giulia, perché vivrai per sempre».

Le lacrime in aula

«Non sapendo come gestire la situazione volevo aiutare Giulia, farle capire, darle qualcosa di concreto e farle capire cosa stava succedendo». La ragazza ha parlato più volte degli «inganni» di Impagnatiello e ha pianto a tratti durante la deposizione. L'imputato invece è in gabbia con la testa abbassata.

Il suicidio

Di Giulia mi diceva che «era bipolare, che non stava bene, che voleva farsi del male, mi ha detto che lei era incinta e lui non era il padre, che aveva un test del Dna, che lei voleva uccidersi e che aveva saputo anche dalla sorella di Giulia che lei voleva uccidersi. Io sapevo già tutto, ma volevo capire fino a che punto voleva arrivare con le sue bugie», ha aggiunto la 23enne. «Lui poi solo verso marzo, aprile mi ha anche detto che aveva un altro figlio da una precedente relazione», ha proseguito.

Nessuna disperazione

«Giulia non si trovava e io ero disperata, in lui non ho visto nessuna disperazione». Loredana Femiano, la mamma di Giulia Tramontano, racconta così l'incontro a Senago con Alessandro Impagnatiello.

Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 12:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA