Andare a litigare in tv con Ilary Blasi, in una delle continue apparizioni che passano anche per i social network, non può essere considerato «attività lavorativa» utile per scontare la pena in un programma di recupero. Con queste motivazioni, e contestando un'altra lunga serie di «violazioni» delle prescrizioni, la Procura Generale di Milano ha chiesto ai giudici della Sorveglianza di rimandare in carcere Fabrizio Corona, revocandogli l'affidamento terapeutico concesso a febbraio per dipendenza psicologica dalla cocaina.
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Nell'udienza fiume a porte chiuse, durata quasi cinque ore e nel corso della quale lo stesso ex re dei paparazzi ha preso la parola per cercare di dimostrare di essere cambiato, l'Avvocato generale Nunzia Gatto, numero due della Procura generale, ha esaminato, carta dopo carta, tutti i motivi per i quali Corona deve tornare dentro (il suo fine pena attualmente è previsto per il 2022).
E ha mostrato ai giudici (presidente Giovanna Di Rosa, relatore Simone Luerti e due esperti) anche il video di una di quelle «ospitate rissose», ossia lo scontro verbale di qualche settimana fa al 'Grande fratello vip' con la conduttrice e moglie di Francesco Totti. Per la Procura generale, che già l'1 marzo chiese la revoca, all'ex 'fotografo dei vip' non può essere concesso l'affidamento terapeutico definitivo, come vuole la difesa (tra i legali Antonella Calcaterra), e gli va anche revocato quello provvisorio a partire dal 21 febbraio quando venne concesso e, dunque, dovrebbe scontare di nuovo in carcere anche gli ultimi 9 mesi trascorsi fuori. Era finito nuovamente a San Vittore nell'autunno 2016 per il caso dei 2,6 milioni in contanti nascosti in un controsoffitto e in Austria (è stato poi assolto dalle accuse principali), dopo un primo affidamento nella comunità di don Mazzi e un altro «sul territorio», ossia con ritorno a casa.
Il pg Gatto ha elencato, una per una, le violazioni che Corona avrebbe compiuto soprattutto dopo l'udienza del giugno scorso, quando i giudici decisero di prendere tempo prima di decidere sulla conferma o meno dell'affidamento.