Arriverà all'inizio della settimana prossima, forse già lunedì, una prima significativa accelerazione dell'indagine avviata dopo il ritrovamento di alcune ossa nella sede della Nunziatura Apostolica, a Roma. I pm di piazzale Clodio, infatti, riceveranno dagli uomini della Scientifica notizie certe in merito al sesso, mentre per la datazione della morte e l'individuazione del Dna bisognerà aspettare ancora alcuni giorni. Gli inquirenti effettueranno una serie di analisi sui reperti e anche sul teschio rinvenuto da quattro operai nel corso di lavori di ristrutturazione. Verifiche, in primo luogo, sull'arco dentale: da un primo esame esterno, l'attenzione degli investigatori si è soffermata sulla presenza di un dente, probabilmente un molare, che potrebbe essere quello del giudizio e ciò porterebbe ad escludere che si tratti di un bambino. Il dente del giudizio, infatti, viene sottolineato, compare generalmente tra i 16 e i 25 anni, ma anche su questo aspetto dovranno essere effettuati ulteriori accertamenti tecnici. Per quanto riguarda l'attività istruttoria, che punta anche a ricostruire tutte le fasi che hanno portato al rinvenimento dei reperti, i magistrati intendono acquisire tra l'altro una serie di documenti legati ai lavori di ristrutturazione effettuati a Villa Giorgina negli ultimi decenni.
Dal punto di vista tecnico-giuridico la documentazione, se conservata negli uffici della Nunziatura in via Po potrebbe essere data in visione agli inquirenti senza sostanziali passaggi formali.
Emanuela Orlandi, lunedì i primi risultati degi esami sulle ossa ritrovate nella nunziatura
Venerdì 2 Novembre 2018Se, invece, le carte sono custodite presso il Governatorato o l'Apsa, l'ente che gestisce gli immobili della Santa Sede, i magistrati dovrebbero ricorrere ad una rogatoria internazionale che, inevitabilmente, allungherebbe i tempi dell'indagine. Una ipotesi, quest'ultima, che però potrebbe essere scongiurata in base al principio di collaborazione che in queste ore le autorità vaticane hanno instaurato con la magistratura capitolina. Tra i documenti che presto potrebbero finire all'attenzione dei pubblici ministeri, anche quelli relativi a tutti gli 'inquilinì dell'ambasciata della Santa Sede a Roma e, in particolare, a chi ha alloggiato nella dependance dove è stata fatta la scoperta. Uno spunto investigativo, tutto da verificare, porta ad un custode che ha vissuto lì negli anni '60 e della cui moglie si persero le tracce improvvisamente. C'é chi ha parlato di frequenti dissidi tra i due, di litigi che sarebbero potuti perfino degenerare in un omicidio. Ma i tempi, sottolinea un investigatore vicino al dossier, non tornano: il pavimento di quel seminterrato sarebbe stato sostituito negli anni '80 ed è in quel periodo che dovrebbe essere stato interrato il corpo (o i corpi) i cui resti sono stati rinvenuti l'altro giorno.