Abusi sessuali sugli studenti, prof suicida con mix di farmaci. Un collega: «Vittima di bulli»

Giovedì 26 Aprile 2018 di Monia Orazi
Francesco Parillo

ESANATOGLIA - Non ce l’ha fatta Francesco Parillo, l’ex docente Unicam di veterinaria, che si è sentito male nel tardo pomeriggio di martedì, nella sua abitazione al piano terra di una palazzina, nella nuova zona residenziale del paese. Si è spento in un letto dell’ospedale di Camerino dove era stato portato a sirene spiegate, dopo che uno dei suoi legali, l’avvocato matelicese Gian Marco Russo non era riuscito a contattarlo.

Infarto dopo mix di farmaci: morto Francesco Parillo, il prof condannato per le «carezze hard» agli studenti



Aveva 54 anni e lunedì scorso aveva saputo della sua condanna a tre anni per carezze hard ad alcuni studenti della facoltà di Veterinaria (fatti contestati tra il 2011 ed il 2013). Accuse dalle quali si era sempre processato innocente, sino all’ultimo secondo del processo. E ora il professor Massimo Zerani, suo grande amico, dice che «il docente è stato vittima di bullismo spinto alle estreme conseguenze», ribadendo la propria convinzione in merito all’insussistenza delle accuse.

Martedì scorso ad accorrere a casa di Parillo sono stati i vigili del fuoco di Camerino, i carabinieri di Matelica e l’ambulanza del 118. Dopo aver bussato alla porta del professore, non ottenendo risposta, i vigili l’hanno sfondata, trovando l’uomo sulla poltrona. Accanto a lui nessuna confezione di medicinali o segni particolari, tanto che sulle prime si è pensato ad un malore. È morto poche ore dopo in ospedale, dove è stato scoperto che si era trattato di un suicidio. I medici hanno accertato l’assunzione di un mix fatale di farmaci, una vita inghiottita dalla disperazione per una condanna a seguito di un’accusa che aveva sempre respinto. Non è stata disposta l’autopsia, ieri la salma è stata restituita alla famiglia. A piangerlo resta l’anziana madre, che vive in un paesino dell’ascolano. 
Parillo non era sposato e viveva da solo ad Esanatoglia, in una palazzina non lontano dalla zona del cimitero cittadino. In paese lo si vedeva poco, non era molto conosciuto, aveva un carattere schivo e riservato. Prima del terremoto giudiziario che il 29 aprile 2015 lo ha investito, il giorno del suo arresto per l’accusa di molestie sessuali ad alcuni studenti, la sua vita scorreva tranquilla tra le aule ed i laboratori del San Sollecito di Matelica, nelle stanze dell’ospedale didattico veterinario, a fare studi e ricerche. Insegnamento e ricerca erano l’obiettivo delle sue giornate, l’intensa passione a cui si dedicava con tutte le sue energie. La notizia dell’arresto ha fatto saltare gli schemi di quella vita così meticolosa e schiva, lo ha proiettato nel duro mondo dei processi e delle aule giudiziarie, dove assistito dagli avvocati Gian Marco Russo e Francesco Copponi, ha sempre detto che lui con quelle accuse non c’entrava. «Mi accusano per cattiveria, perché sono un professore esigente, qualcuno non mi può vedere – aveva detto Parillo nel corso del dibattimento a Macerata – mai avuto contatti sessuali con gli studenti». Nel maggio del 2015, dopo nove anni di insegnamento di anatomia animale ad Unicam, era stato sospeso in attesa dell’esito del processo. Aveva subito proclamato a gran voce la sua innocenza, chiedendo di tornare ad insegnare. Lo si vedeva spesso nelle aule in camice bianco, nelle tante ore trascorse a fare ricerca. Il professor Parillo era un esperto nella riproduzione animale, in particolare nel cavallo e nei bovini, autore di un centinaio di pubblicazioni. Dopo la laurea in Veterinaria, conseguita nel 2001 a Perugia, ha insegnato prima nella facoltà umbra, per nove anni a Matelica, conosciuto e stimato per la sua brillante attività professionale. 
Qualche anno fa, insieme a dei ricercatori della facoltà di Matelica, aveva firmato un’importante ricerca, finita su una rivista scientifica degli Stati Uniti, che ha spiegato i meccanismi di infertilità nell’alpaca, il camelide da cui si produce l’omonima, pregiata lana.

Insieme ad altri due docenti della stessa facoltà, Massimo Zerani e Giuseppe Catone, con docenti di altre università, aveva firmato un altro studio sull’ormone che permetteva di far produrre più latte alle bufale. Lunedì scorso, per Parillo, la chiusura del processo di primo grado per le molestie, con l’arrivo della condanna. 

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