Stalking, l'appello di Elena: tenete il mio ex in carcere o mi ammazzerà

Venerdì 28 Aprile 2017
Elena Farina
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«La mia cliente ha paura che l'ex marito l'ammazzi. L'ha minacciata più volte, anche facendole recapitare messaggi da terze persone. Una donna non può vivere con il terrore». Parla così Antonio Foti, avvocato di Elena Farina, torinese di 45 anni che, dopo aver denunciato quindici volte l'ex compagno, terrorizzata che possa passare dalle parole ai fatti, si è rivolta ai giudici chiedendo che venga tenuto in cella. «O ci ammazzerà tutti...».

Lui, Luigi Garofalo, 46 anni, era stato arrestato lo scorso 8 marzo dalla polizia, perché aveva tentato di sparare al figlio di 19 anni, che, a suo dire, «prendeva le parti della madre». I giudici gli hanno vietato di avvicinarsi alla casa e al posto di lavoro dei familiari. Ma lui, uscito dal carcere mercoledì scorso perché messo ai domiciliari, si è subito recato al bar gestito dalla donna. «Conosco bene la famiglia - continua Foti - E mi sembrava che dopo la separazione avessero mantenuto dei rapporti civili. Mai più pensavo a un epilogo simile». Ora Garofalo è tornato in carcere per evasione. Il figlio più piccolo della coppia, 13enne, è stato affidato a una comunità.

L'ex marito si difende: «Io sono semplicemente andato al mio bar, a Barriera di Milano, per prendere un medicinale e un cellulare.
Poi sono andato dai carabinieri e nella parrocchia dove devo scontare gli arresti domiciliari. Ma la mia ex moglie ha chiamato la polizia dicendo che l'avevo minacciata». «Il mio assistito nega le persecuzioni», spiega il difensore dell'uomo, Fabrizio Bonfante. «Loro sono una di quelle coppie che un giorno si ama e il giorno dopo si odia - aggiunge -. E il mio cliente racconta che, durante i litigi, le minacce arrivavano da entrambe le parti. Luigi faticava ad accettare una relazione che la sua ex moglie avrebbe iniziato con un altro uomo. Questo era motivo di tensione». Tensione che, lo scorso 8 marzo, l'ha portato a minacciare il figlio più grande, di 19 anni, con una pistola. «Era una scacciacani», spiega Bonfante, che comunque condanna il gesto. Domani Garofalo sarà sentito, in carcere alle Vallette, durante l'udienza di convalida del fermo.
Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 18:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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