Sorelle arse vive nel camper a Roma, chi è l'arrestato: dal ferro agli affari con l'oro la sua vita senza limiti

Venerdì 2 Giugno 2017 di Michela Allegri
Sorelle arse vive nel camper a Roma, chi è l'arrestato: dal ferro agli affari con l'oro la sua vita senza limiti
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ROMA Serif, i traffici di oro e metalli, il racket degli alloggi e l'amore. Una questione di famiglia, di vendetta, di denaro. Per la procura di Roma, sono lui e il fratello i killer di Centocelle, i giovani rom che hanno incendiato il camper dove dormiva la famiglia Halilovic, uccidendo tre sorelline. Uno dei due è ancora latitante. L'altro, è stato fermato ieri dalla Squadra Mobile con l'accusa di omicidio plurimo. È stata la passione per una donna a tradirlo. Quando gli agenti gli hanno stretto le manette ai polsi, Serif Seferovic, 20 anni, aveva appena abbracciato la compagna davanti ai binari della stazione di Torino. Dopo tre settimane di latitanza aveva deciso di rivedere la ragazza che adorava, di affrontare un viaggio, nascosto, fino al Nord Italia. Non sapeva era che lei fosse pedinata e intercettata da giorni. Da quando, subito dopo l'agguato, il ventenne era fuggito. Serif aveva capito che le indagini sul rogo che ha ucciso le sorelle Halilovic si erano incentrate sulla sua famiglia, per i pesanti screzi con il padre delle vittime, Romano. Sapeva che gli investigatori avrebbero potuto cercare proprio lui, che era già noto alle forze dell'ordine: nel dicembre dello scorso anno era stato condannato a 2 anni per lo scippo della studentessa cinese Zhang Yao, poi investita da un treno mentre inseguiva i suoi rapinatori, vicino al campo nomadi di via Salviati. Per questo motivo il giovane era scappato. Era convinto di aver fatto perdere le sue tracce.

LE TELECAMERE
Fino all'arresto per la vicenda di Yao, Serif era incensurato. Quando aveva scoperto di essere ricercato per lo scippo, all'epoca, si era addirittura consegnato spontaneamente alle forze dell'ordine. Vista l'assenza di precedenti e la collaborazione alle indagini, i giudici avevano disposto la sospensione della pena. E così, subito dopo la condanna, il ventenne era tornato libero. Per il pm Antonino Di Maio, sarebbe proprio lui l'uomo ripreso dalle telecamere di sorveglianza puntate sul parcheggio del supermercato Primavera mentre, armato di una molotov, dà fuoco al camper degli Halilovic, precedentemente cosparso di liquido infiammabile.

IL TRAFFICO
Insieme alla famiglia, Serif raccoglieva e rivendeva ferro e rottami. Un impiego dai contorni opachi, per gli inquirenti, visto che alcuni componenti del gruppo Seferovic sarebbero coinvolti in un giro di ricettazione di oro e metalli preziosi. Un traffico illecito conteso con gli Halilovic, in particolare con il capofamiglia Romano. Da qui sarebbe nata la guerra tra clan nel campo di via Salviati. Uno scontro violento, iniziato con il rogo di alcune baracche dei Seferovic e culminato con l'omicidio delle tre sorelle. Quando il collegamento con la storia di Yao ha iniziato a circolare sui giornali, e quando ha saputo che esisteva un video che lo immortalava a Centocelle, Serif ha capito di essere nei guai. «Non sono stato io, davvero, quel giorno ero da un'altra parte, ho le prove», si è subito giustificato il giovane con il suo avvocato Gianluca Nicolini, dicendo di essere anche disposto a raccontare tutto in procura. Pochi giorni dopo, però, è fuggito. Ma è rimasto in contatto con i parenti più stretti e con la donna che ama.

L'INCONTRO
Gli agenti della Squadra Mobile hanno intercettato i telefoni dei familiari e della compagna, che vive in un campo nomadi in Sardegna. Due giorni fa la fidanzata si è imbarcata su un traghetto diretto a Genova. Ieri mattina, ha preso un treno per Torino. Serif la aspettava sul binario, alla stazione Lingotto. Si era pure vestito elegante: camicia e pantaloni scuri. Ad attendere lui, però, c'erano gli investigatori, che l'hanno fermato per omicidio plurimo, tentato omicidio e incendio doloso. Entro lunedì, il gip dovrà decidere se convalidare la misura o liberare il ventenne.

 

Ultimo aggiornamento: 3 Giugno, 08:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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