I segreti di Katia, la 13enne suicida a Roma: vestiti, trucchi costosi e telefonino

Lunedì 22 Settembre 2014 di Adelaide Pierucci, Riccardo Tagliapietra
I segreti di Katia, la 13enne suicida a Roma: vestiti, trucchi costosi e telefonino
ROMA - Mia mamma disperata, non parla da due giorni. stato come un fulmine, nessuno di noi si aspettava una cosa del genere.



Dalla cameretta di Katia (nome di fantasia) la tredicenne suicida di Trastevere, arrivata a Roma da Capo Verde quattro anni fa grazie a un'adozione internazionale, spuntano altri oggetti dei quali la famiglia non ha memoria. Compreso qualche vestito costoso, trousse di trucchi, troppo per una ragazzina che non aveva tutta quella disponibilità personale di denaro nonostante la famiglia adottiva benestante.



Regali sui quali la magistratura sta cercando di fare luce. Come sul tablet e sul telefonino, forse più d'uno, che la ragazzina teneva occultati, perché a casa erano proibiti. Oggetti sui quali il procuratore aggiunto Maria Monteleone, coordinatrice del pool specializzato in reati sessuali e abusi, grande esperta del mondo dei giovanissimi, ha già affidato la perizia informatica.



Si cerca innanzitutto il proprietario del tablet e dei cellulari che Katia teneva con se, per capire quale sia la sua versione, a cui è appeso un pezzo di verità. Poi il fascicolo aperto dal magistrato, per ora con l'ipotesi di istigazione al suicidio, prenderà forma.



Anche l'autopsia sulla piccola Katia secondo gli investigatori potrebbe fornire nuovi elementi, o comunque chiarire alcuni aspetti. Mentre si studiano file, immagini, numeri di telefono, indirizzi ip, in grado di spiegare i motivi che hanno spinto l'adolescente a tagliare con il mondo attaccando una corda al soffitto della cameretta, dando così il via a un lungo e inesorabile rituale di morte.



LA LETTERA

In una lettera lasciata ai genitori la ragazzina capoverdiana chiedeva scusa. Lo fa a modo suo. Innanzitutto per una vita che non le piaceva più, che non sopportava, che avrebbe voluto diversa. E per certi «errori» fatti, sui quali vi è il riserbo degli investigatori.



Forse non le bastava ciò che aveva, si sentiva soffocata rispetto alla libertà che aveva sempre avuto a Boa Vista, nell'isola dove era nata e cresciuta prima di giungere a Trastevere nella sua nuova casa. Ricordi ai quali era rimasta legata oltre che con il cuore, attraverso il suo profilo Facebook dove spiccano centinaia di amici capoverdiani con i quali chattava quasi ogni giorno, anche via mail. Una vita apparentemente felice. Ma c'è qualcosa di oscuro che ha turbato la ragazzina, un segreto inconfessabile scoperto all'improvviso dalla madre adottiva, un «tradimento» che Katia non ha saputo affrontare e dal quale è voluta fuggire un'ultima volta.



UN UOMO PIÙ GRANDE

La bambina potrebbe essere stata vittima delle attenzioni di un uomo più grande di lei, trapela dalla Procura. Ma i magistrati non precludono anche altre piste legate sempre alla provenienza dei tablet e cellulari, che potrebbero pure risultare rubati, aprendo altri scenari. La vita di Katia, invece, almeno quella romana, sembra essere stata fino a giovedì quasi una favola. Una famiglia ricca, bei voti a scuola, viaggi e una madre che l'adorava e che aveva scelto per lei un destino diverso, lontano da un'isola che per molti non è il paradiso raccontato nei depliant turistici.
Ultimo aggiornamento: 13:50

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