Segregata 8 anni, fuori dal carcere la mamma aguzzina

Domenica 2 Marzo 2014
Segregata 8 anni, fuori dal carcere la mamma aguzzina
3
Ha ottenuto gli arresti domiciliari Rosa Sgargia, l'insegnante 69enne in pensione che da circa otto anni teneva segregata in un'abitazione del quartiere Vomero a Napoli la figlia 36enne Chiara. Lo ha stabilito il gip al termine dell'interrogatorio di garanzia conclusosi poco fa nel carcere di Pozzuoli dove la donna era stata portata dalla polizia venerdì scorso quando gli agenti fecero irruzione nell'appartamento trovando Chiara in mezzo a cumuli di rifiuti. La donna era stata obbligata a vivere in un appartamento con le finestre sigillate, senza acqua, gas, e con una sola lampadina da poter accendere. Cibo, solo due volte a settimana. Un orrore senza precedenti e consumato nell'indiferenza di chi poteva sentire e capire. Tre gli indagati, oltre a Rosa Sgargia. La zia, il portiere, l'amministratore del condominio.



Davanti al gip Maria Vittoria Foschini, Rosa Sgargia, che è assistita dall'avvocato Riccardo Polidoro, si è difesa sostenendo di non avere mai chiuso in casa la figlia, che invece sarebbe stata - a suo dire - libera di uscire se lo avesse voluto.



Tuttavia, ha affermato ancora la donna, da anni Chiara avrebbe rifiutato ogni contatto con l' esterno e dato in escandescenze se persone diverse dalla madre entravano nell'appartamento di via Caldieri.
La polizia ha diffuso il video, girato per motivi investigativi, nei quali la ragazza viene liberata dagli agenti e senza che dia in escandescenze. Si sentono gli agenti chiamare: "Chiara, Chiara" mentre avanzano nell'appartamento. Alla fine la sagoma accucciata della ragazza emerge da dietro il divano ed il soccorritore non può fare a meno di esclamare tre volte:
«Povera ragazza!» , E poi: «Chiara, sei legata?»



Quanto al sudiciume trovato dagli agenti, Rosa Sgargia ha sostenuto di aver curato personalmente le pulizie a giorni alterni. Ma che nelle ultime settimane, a causa di problemi di salute, non aveva potuto provvedere.



L'insegnante, ha sostenuto l'avvocato Polidoro, è a sua volta affetta da gravi problemi familiari e di salute. Per questo, in otto anni, non si è rivolta a strutture sanitarie che si prendessero cura della figlia. A giudizio dell'avvocato «anche la misura degli arresti domiciliari è inutilmente afflittiva» dal momento che la donna «non potrebbe in alcun modo reiterare il reato o inquinare le eventuali prove».



La mamma di Chiara, tramite il suo avvocato, ha chiesto che si approfondiscano le condizioni psicofisiche di sua figlia.
Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 15:19

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci