Janira, massacrata dal fidanzato con 15 coltellate alla testa e al collo

Venerdì 7 Aprile 2017
Janira D'Amato (Da Facebook)

Coltellate per soffocare un amore. Ancora un femminicidio. Questa volta i protagonisti sono ventenni e i contorni della motivazione del delitto non sono ancora chiari. La furia omicida si è scatenata nel pomeriggio in un appartamento di Pietra Ligure. La ragazza uccisa aveva 21 anni.

Si chiamava Janira D'Amato.

Il suo cadavere è stato trovato sul pavimento del salotto di una abitazione in piazzetta Morelli. Il suo fidanzato, Alessio Alamia, 20 anni, ha confessato l'omicidio ai carabinieri permettendo la scoperta del corpo, avvenuta intorno alle 22. Il giovane ha deciso di confessare il delitto dopo essersi confidato con uno zio di Loano ( Savona) che lo ha convinto a costituirsi. I carabinieri stanno verificando la veridicità del racconto del ragazzo che si trova in stato di fermo. Sul corpo della ragazza ci sarebbero più coltellate. Ancora sconosciute le ragioni che lo avrebbero portato a compiere l'omicidio.
 

Alessio Alamia Burastero, durante l'interrogatorio, ha rivelato di aver tenuto per tutto il pomeriggio in tasca il coltello usato per uccidere la ragazza, un pugnale mimetico del tipo usato durante i corsi di sopravvivenza. Il giovane, difeso dagli avvocati Alessandro Vignola e Andrea Frascherelli, sarà interrogato lunedì dal gip per la convalida del fermo. L'aggressione è stata «brutale», dicono gli investigatori. Janira è stata colpita con almeno 15 coltellate: fendenti che l'hanno raggiunta alla testa, al collo e alle spalle. La giovane ha tentato di difendersi, come testimoniano le ferite sulle braccia. Dopo aver ucciso Janira, Alessio ha lasciato la casa portando con sé il cellulare della ragazza. Ai genitori della giovane che dopo ore di silenzio hanno provato a contattarla sul cellulare, Alessio ha risposto dicendo che Janira aveva dimenticato il cellulare da lui. Ai carabinieri, quando ieri sera si è costituito, Alessio ha detto: «Ho fatto una cavolata con la mia ragazza». I titolari della panetteria dove Janira ha lavorato, ricordano la preoccupazione della giovane per la gelosia del fidanzato: «Lei doveva imbarcarsi sulle navi Costa e lui non voleva, aveva paura di perderla. Era geloso», dicono. Un cittadino che vive vicino alla casa abitata dai due giovani sottolinea: «Da qualche giorno Janira aveva perso il sorriso».

Alla base dell'omicidio dunque la gelosia. Sulla sua pagina Facebook Alessio qualche giorno fa ha scritto: «La gelosia nasce quando a quella persona tieni veramente». Ma anche lei sulla sua pagina Fb ha richiami alla gelosia. Le prossime ore saranno decisive per capire il perché dell'omicidio. La pagina Facebook di Janira rivela una ragazza sempre sorridente, occhi chiari, capelli castani. Una ragazza alla quale piaceva giocare con le parrucche colorate, una giovane appassionata di manga, il fumetto giapponese. Aveva studiato all'alberghiero di Finale Ligure ed era allieva dell'Accademia di Costa Crociere. E il suo profilo rivela anche la sua gelosia: «Lui è mio non guardatelo, non mettete mi piace alle sue foto». La pagina Fb di Alessio ha in copertina l'immagine di un giullare, poi tanti testi di canzoni d'amore e una foto di una coppia in un letto con bambini. Sull'episodio indaga il sostituto procuratore Daniela Pischetola.

«Ho visto Alessio la notte scorsa e lo rivedrò lunedì per l'udienza di convalida del fermo
». Lo ha detto l'avvocato Alessandro Vignola difensore di Alessio Alamia Burastero. «Fin da subito Alessio ha raccontato quello che era successo - ha detto Vignola - ma non ricorda molto di quanto avvenuto, perché è sotto choc». Alamia si trova tuttora in isolamento nel carcere di Oneglia, sorvegliato a vista per evitare gesti autolesionistici.

Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 10:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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