Salma “persa” al cimitero: per ritrovarla ci vuole il Dna

Domenica 15 Aprile 2018
Salma “persa” al cimitero: per ritrovarla ci vuole il Dna
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Non c'è pace per i morti del cimitero di S. Anna, a Chieti, e neppure per vivi, costretti a fare i conti con la burocrazia, Ma non c' pace neppure per le casse comunali, gravate da esborsi che si potevano evitare. La premessa è che il cimitero comunale è saturo e che il Comune cerca di recuperare i loculi revocando (laddove la morosità dei familiari del defunto è accertata) l'originaria concessione e dunque estumulando la salma e inumandola in un campo comune. In questo meccanismo sono finite le spoglie di un uomo morto 25 anni fa, estumulato e inumato nel campo comune a dicembre di due anni fa.

Ma, e qui entra in gioco la burocrazia ,i suoi figli dimostrano al competente ufficio Servizi Cimiteriali che i diritti di tumulazione sono stati regolarmente corrisposti . Mentre l'ufficio in questione non aveva traccia, in base ai documenti in archivio, dell'avvenuto versamento. Tutto risolto? In sostanza sì, perché i resti vengono recuperati dal campo comune e ritumulati nel loculo di provenienza ma, opportunamente, per stabilire con certezza che le spoglie siano davvero quelle del "caro estinto",e non di altri, si deve procedere con un accertamento medico legale che dia ampie garanzie sulla identità delle spoglie: bisogna insomma procedere con il prelievo del tessuto dai resti e con l'esame del Dna. L'incarico è stato affidato dal Comune rispettivamente al Servizio di Medicina legale dell'Asl e al Dipartimento di Genetica Medica dell''università d'Annunzio: spesa complessiva, doverosamente a carico delle casse comunali, 1.226 euro.

L'esame del Dna metterà la parola fine alla vicenda ed eviterà al Comune che il contenzioso che si è aperto vada avanti con ulteriore aggravio di spese. Oltre alle spese, resta tuttavia aperto un problema di ordine generale sulla gestione burocratica al cimitero di S. Anna, un problema non nuovo perché sorte analoga, nel recente passato, hanno subìto le spoglie di un'anziana deceduta 30 anni fa. La cui tomba era stata regolarmente acquistata e pagata ma il Comune (stranamente) non lo sapeva e, dall'oggi al domani, la bara era stata rimossa all'insaputa di congiunti. Anche in quel caso c'è voluta la tenacia dei familiari ce prima hanno inoltrato una diffida, quindi hanno paventato un esposto alla Procura poiché la salma sembrava sparita nel nulla. Alla fine la salma è tornata nella tomba originaria e il Comune risarcirà i familiari con un nuovo loculo o il controvalore in denaro. Un altro esborso che si poteva evitare.
Ultimo aggiornamento: 10:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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