Roma, lo scandalo delle baby rom: fermate in metro, scappano dai centri accoglienza in 20 minuti

Domenica 23 Luglio 2017 di Davide Desario
Roma, lo scandalo delle baby rom: fermate in metro, scappano dai centri accoglienza in 20 minuti
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Sei ore per fermarle, identificarle e accompagnarle in un centro di accoglienza. E appena 20 minuti per vederle scappare via e tornare a fare quel che vogliono. Ma non è tutto qui lo scandalo delle baby rom che ogni mattina dal campo di Castel Romano invadono la metro di Roma per rubare ai passeggeri portafogli e cellulari. Oltre la beffa, infatti, c’è anche il danno: le forze dell’ordine “buttano” il loro tempo e il Campidoglio “butta” montagne di soldi per pagare i centri di accoglienza.
 



Ecco la cronaca di cosa succede in una normale mattina nella metropolitana di Roma dove le forze dell'ordine tentano, inutilmente, di contrastare il fenomeno delle baby rom che passano la giornata sui vagoni delle metro a derubare i passeggeri. Un'azione costante che inizia alle 9 del mattino e termina nel tardo pomeriggio. Si concentra principalmente nelle stazioni più affollate e più turistiche come Termini, Repubblica, Barberini, Spagna, San Pietro e Colosseo. Il videoreportage che potete vedere in questo articolo è l'impietosa e vergognosa sintesi.

L'ESERCITO DI CASTEL ROMANO
La prima parte di questa cronaca potrebbe raccontarla un qualsiasi pendolare che ogni giorno assite disarmato a questi scippi sotto gli occhi di tutti. «Le bande di baby borseggiatrici arrivano quasi tutte dal campo di Castel Romano - spiega un investigatore - Se a quelle in azione sulle metro aggiungiamo quelle sui bus e quelle che colpiscono i turisti in fila al Colosseo e ai Musei Vaticani parliamo di circa 80-100 ragazzine. Tutte al di sotto del 14 anni, nei confronti delle quali abbiamo le mani legate. Ogni tanto c'è qualche sedicenne che coordina e insegna. Ma quelle più grandi non le prenderai mai con le mani nel sacco».

L'ARRIVO
Arrivano con un autobus tutte le mattine alla stazione Eur Fermi della linea B intorno alle 9. Come venerdì 21 luglio.
Erano in nove. Tutte insieme. Pronte a entrare in azione con le loro tecniche consolidate ( guarda questo video) : scelgono la vittima (preferiscono stranieri, anziani e donne sole), la accerchiano, una la distrae, un'altra le sfila il portafogli e lo passa subito ad un'altra. Tutto questo nel caos della banchina della metropolitana, mentre si sale o si scende da un vagone. Le portiere si chiudono e loro hanno messo a segno il loro colpo. E se qualche passeggero prova a ribellarsi passa i guai. Come la donna che la scorsa settimana è stata picchiata a colpi di cellulare (leggi l'articolo).

Rubano un portafogli dietro l'altro. Se poi vengono fermate in poche ore tornano in libertà (guarda la videoinchiesta).

L'altra mattina gli agenti dello Spe (Sicurezza Pubblica Emergenziale) di Roma Capitale le hanno fermate prima che entrassero in azione. Erano appunto le nove del mattino. Puntualmente erano tutte senza documenti. 

L'INUTILE IDENTIFICAZIONE
Ed essendo molto piccole agli agenti non è rimasto altro che fermarle e attendere un pulmino per portarle all'ufficio immigrazione della questura di Roma in via Teofilo Patini. Qui, tra i mille nomi diversi che danno agli agenti, sono state tutte identificate attraverso impronte digitali e fotosegnalamento: la più "tranquilla" aveva già tre precedenti per furto o rapina, la più agitata era già stata fermata almeno 16 volte. Nessuna dichiara i nomi dei genitori altrimenti questi potrebbero essere denunciati come minimo per abbandono di minori. E anche laddove si sa chi siano il padre e la madre, ovviamente sono irritracciabili. E le forze dell'ordine non possono lasciare andar via dei minori.
Così, sentito il magistrato di turno del tribunale dei minori, le ragazze vengono "affidate" al sindaco che per legge ha l'obbligo di occuparsene. Quindi? Quindi gli agenti contattata la Sala Operativa Sociale del campidoglio (Sos) e questa assegna le baby rom ad un centro di accoglienza specializzato (in convenzione con il Comune) in zona Fidene.

LA FARSA DEL CENTRO DI ACCOGLIENZA
Così dopo sei ore di lavoro gli agenti della polizia di Roma Capitale riprendono il pulmino e accompagnano le baby rom nel centro di accoglienza per minori disagiati in via Annibale di Francia, zona Villa Spada vicino Fidene. Il pulmino arriva alle 14,45, il cancello elettronico si apre e il pulmino entra. Le ragazze vengono prese in consegna dal personale. Per ognuna di loro il Comune di Roma paga ai centri di accoglienza circa cento euro al giorno. Alle 15 gli agenti escono dal centro di accoglienza e tornano al loro comando.

LA FUGA
Ma dopo appena venti minuti, il colpo di scena. Il grande cancello elettronico si apre e in pochi secondi con un sprint degno di Usain Bolt  tutte le baby rom scappano dal centro di accoglienza. E si danno alla fuga nelle strade vicine senza fermarsi un momento. Sembrano conoscere perfettamente la zona. Ognuna sceglie una strada diversa. Ma dopo poco sono di nuovo tutte insieme che vanno verso la fermata del bus. Magari torneranno in azione già su quell'autobus. Tanto non rischiano nulla.

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Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 20:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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