Roma, folla commossa al funerale del bimbo di 10 anni annegato in vacanza: «Leonardo è diventato una farfalla»

Venerdì 4 Agosto 2017 di Valeria Arnaldi
Roma, folla commossa al funerale del bimbo di 10 anni annegato in vacanza: «Leonardo è diventato una farfalla»
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«La morte è un ricordo della vita, la vita è un ricordo della morte, però La vita è sempre la vita e la morte è sempre la morte». Leonardo Pecetti, il bimbo di 10 anni annegato mentre era in vacanza in un campo estivo in Piemonte, aveva scritto queste parole tre anni fa, quando di anni ne aveva solo sette. Per la prima e unica volta, aveva scelto di non firmare con il suo nome, ma Steiner, come il padre del metodo educativo seguito nella sua scuola. E ieri sono state proprio quelle le parole scelte dalla madre Francesca per dirgli addio, durante i funerali celebrati nella chiesa di Santa Maddalena di Canossa, a Ottavia. «Quando le ho lette la prima volta, ho sorriso - ha raccontato - certo, guardandole ora, dopo quello che è successo».

LA MESSA
Un sorriso, debole ma liberatorio, però quella riflessione, inaspettatamente adulta e al contempo così teneramente bambina, riesce a strapparlo anche alla chiesa gremita da amici e parenti, molti in piedi, perfino nel piazzale. Il mondo di Leonardo è tutto lì, dolorosamente riunito, in un'ora e poco più di messa. La mamma e il papà, stretti l'uno all'altro per farsi forza, ai primi banchi. I loro amici di sempre, i parenti, gli insegnanti del piccolo, tanti bambini, molti dei suoi compagni di scuola, sconvolti all'idea di non poterlo più vedere, e i loro genitori.

È proprio il padre di una sua compagna di classe a prendere la parola dopo la funzione per tentare di rispondere all'interrogativo che aleggia, impronunciabile, davanti alla croce - Perché? - cui molti degli adulti presenti hanno dovuto trovare una risposta da dare ai figli. «Quando abbiamo saputo della tragedia, mia moglie ed io ci siamo immedesimati - dice - e poi ci siamo chiesti come spiegare l'accaduto a nostra figlia Isotta. Tanti altri genitori hanno fatto lo stesso. Abbiamo scelto una favola. Ve la leggo».
I FIORI
Così, nella chiesa, sommersa di fiori bianchi, dove lo sgomento, fino a quel momento, sembrava aver trattenuto il pianto, le lacrime cominciano a scendere copiose, ascoltando la storia di una coccinella e un bruco divenuti amici tra le foglie di acetosella, poi costretti a separarsi per la morte del bruco, destinato però a rinascere farfalla. La solitudine e il dolore della coccinella vengono sanati dal nuovo incontro con l'amico, «sul fiore più alto del ciliegio». Quella favola, con la promessa di nuovi abbracci, segna l'addio a Leonardo, un «bambino buonissimo» come lo ricordano tutti coloro che lo hanno conosciuto, con tanti sogni per il futuro.

Un flauto suona le note di Ennio Morricone nel finale di Nuovo Cinema Paradiso. Qualcuno si allontana. Troppo forte il caldo, troppo intenso il dolore. Una mamma prende per mano le figlie - sotto gli abitini si intravedono i segni del costume da bagno - e le porta a distrarsi. Molti si abbracciano. Intorno, la giornata sembra costruita a misura di bambino. Sulla porta della chiesa, campeggiano i manifesti dei corsi per piccoli musici. Il campo sportivo è deserto ma pronto ad accogliere nuovi giochi. E il sole, così alto, parla di vacanze, di gelati, di mare. Di eternità. Mamma Francesca e papà Mauro lanciano un bacio a tutti. «Ciao Leonardo», strilla un uomo nel piazzale. Poi, fragoroso, l'applauso.
Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 17:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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