Pittrice scomparsa, il figlio choc: "Mamma ha anche tentato di darmi fuoco"

Domenica 5 Novembre 2017
Renata Rapposelli
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ANCONA - Sopralluogo bis dei carabinieri nella palazzina di via Galilei a Giulianova, dove vivono Giuseppe e Simone Santolini. I carabinieri del reparto operativo di Ancona e i colleghi abruzzesi sono tornati nell’abitazione, alla presenza dell’ex marito e del figlio della pittrice scomparsa, 24 ore dopo la fine degli accertamenti del Ris. Cosa cercavano gli investigatori? Quel che è certo è che lo sguardo continua ad essere puntato sull’abitazione di Giulianova, come per cercare un indizio che possa inchiodare i Santoleri, accusati dalla procura dell’omicidio di Renata Rapposelli, scomparsa il 9 ottobre scorso. 

«Mi bruciava i vestiti e mi buttava addosso acqua benedetta e alcol. Una volta ha persino provato a darmi fuoco». Prima che la procura recapitasse a lui e al padre Giuseppe l’avviso di garanzia per informarli dell’iscrizione nel registro degli indagati per concorso in omicidio aggravato e occultamento di cadavere, sono state queste le ultime parole al vetriolo dette in tv da Simone Santoleri per descrivere il rapporto tormentato con la madre Renata Rapposelli, la pittrice scomparsa il 9 ottobre.

Davanti alle telecamere di Quarto Grado, il 43enne ha anche parlato apertamente di una macchia incisa nel suo passato. Un particolare su cui stanno cercando di fare chiarezza gli investigatori. È la denuncia che nel 2011 aveva sporto l’ex compagna del figlio di Reny nei confronti dell’uomo, padre di una bimba. «Lei mi aveva tradito – ha raccontato Simone – e non l’ho presa bene. Ha presentato denuncia perché sosteneva di essere stata aggredita da me. Alla fine, l’aveva ritirata».
Ultimo aggiornamento: 11:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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